Come riportato dalla fonte Ansa, a scatenare il violentissimo terremoto di magnitudo 7.8 avvenuto oggi, 6 febbraio, che sta registrando migliaia di morti e feriti tra Turchia e Siria, è stata una delle due grandi faglie presenti nel territorio turco, ossia la Est Anatolica.
Il sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato, ha spiegato all’Agenzia di Stampa che: “Il sisma è avvenuto sulla faglia Est Anatolica, nel punto triplo nel quale convergono il blocco anatolico, quello arabico e quello africano. Lungo questa faglia avviene un movimento orizzontale, ossia di tipo trascorrente. E’ una faglia che corre dal Mediterraneo verso Nord-Est, quasi fino al Mar Nero, e si ricongiunge con faglia Nord Anatolica che arriva fino a Istanbul”.
In seguito alle fortissime scosse di terremoto in Turchia, il suolo delle aree colpite dal sisma si è persino spostato di almeno tre metri, ed è avvenuto nella zona massima di movimento di tipo transpressivo. Tuttavia, come ha dichiarato Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), solamente i satelliti saranno in grado di decifrare con maggior precisione l’effettiva misura.
Il presidente dell’Ingv Doglioni ha poi proseguito e concluso spiegando che: “Il terremoto è stato generato dalla faglia Sud-Est anatolica, ovvero una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano Israele e Giordania e che separa la placca Araba da quella Africana. Il sisma è avvenuto un movimento di tipo transpressivo, ossia un movimento di tipo trascorrente, in senso orizzontale, durante il quale è avvenuta anche una compressione fra la placca Anatolica e quella Araba. Il movimento si è esplicitato con almeno tre metri di rigetto”.