Un ammasso globulare è un insieme stabile e strettamente legato di migliaia, se non milioni di stelle.
La vista del cielo notturno dall’interno di un ammasso globulare dipende dalla posizione del pianeta all’interno dell’ammasso stesso. Questo perché le stelle sono raggruppate in uno spazio inferiore nel nucleo dell’ammasso rispetto alla periferia, dove i corpi celesti appaiono più ”diradati”. Nel nucleo di un tipico ammasso, la distanza media tra le stelle è di circa un anno luce, rispetto a circa cinque anni luce in un ”quartiere solare”. Poiché la luminosità delle stelle è inversamente proporzionale al quadrato della distanza, ciò significa che la luminosità delle stelle nel cielo notturno sarebbe circa 25 volte quella osservata attualmente dalla Terra. Ora, sulla Terra, in una notte serena, la luce delle stelle ha una luminosità di circa 0,001 lux (un’unità di “illuminamento”). Dunque, su un pianeta nel nucleo di un ammasso globulare, la luce stellare sarebbe di 0,025 lux.
Un confronto impietoso con il cielo illuminato dalla Luna piena, quando la luminosità totale del cielo è di circa 0,2 lux, circa otto volte maggiore. Quindi, anche se il cielo notturno del nostro pianeta immaginario sarebbe notevolmente luminoso e senza dubbio affollato di stelle, la luminosità totale risulterebbe molto più debole rispetto a quella del cielo notturno terrestre durante la Luna piena. Se il pianeta ipotetico fosse simile alla Terra, con un’atmosfera simile, e orbitasse intorno a una stella simile al Sole, il cielo diurno sarebbe di circa 100.000 lux, non lontanamente paragonabile alla luminosità del cielo notturno. Gli ammassi stellari sono grandi gruppi di stelle. Si possono distinguere due tipi principali di ammassi stellari: gli ammassi globulari (presi in esame nel nostro esempio), ovvero gruppi di stelle vecchie con un’età compresa tra i diecimila e i milioni di anni e che sono legate gravitazionalmente, mentre gli ammassi aperti sono gruppi di stelle più debolmente raggruppati, generalmente contenenti qualche centinaio di stelle, tutte molto giovani. In ogni caso c’è da tenere conto che l’orbita di un pianeta in un ammasso globulare potrebbe subire sconvolgimenti dal passaggio di una delle tante stelle ”vicine”. Incontri ravvicinati con stelle vicine lancerebbero i pianeti in orbite distanti mentre le collisioni o le esplosioni delle varie stelle inonderebbero i corpi celesti di radiazioni.