I due gatti di Pallas sono stati avvistati per la prima volta in una spedizione nel 2019.
Anche sul monte più alto del mondo ci sono i gatti. A rivelarlo è la rivista CatNews, scientifica specializzata nella ricerca sui felini selvatici. Per gli esperti si tratta dei gatti di Pallas, noti anche come Manul, che in tutti questi anni sono riusciti a stare lontano dalla vista dei tanti scalatori che si avventurano sulla vetta più alta del mondo. Il gatto di Pallas è un felino che a prima vista non si discosta molto dai classici gatti domestici. La differenza è la presenza di una folta pelliccia soffice e folta, che li protegge dal freddo in un ambiente in cui la colonnina del mercurio può raggiungere anche i sessanta gradi sotto zero. Anche il muso, più largo e tozzo, le orecchie molto più grandi, rappresentano delle sostanziali differenze rispetto ai classici felini. Le unghie sono molto più resistenti e le zampe molto più muscolose; ideali per arrampicarsi sulle pareti rocciose dell’Everest. Il tutto, naturalmente, accompagnato da una maggiore aggressività che li rende differenti dai nostri gatti.
”Si tratta di una scoperta clamorosa – spiega Tracie Seimon del Zoological Health Program della Wildlife Conservation Society -, la prova che questa specie rara e straordinaria è in grado di vivere in cima al mondo, a temperature estreme ed in un habitat fortemente ostile. Le ricerche ci aiuteranno a determinare esattamente quanti gatti di Pallas vivono sull’Everest. Da lì capiremo come e cosa fare per proteggerli, in modo da poter continuare a vivere la loro esistenza migliore in un luogo unico“. Il rapporto è il risultato di una spedizione effettuata sull’Everest nel 2019 da un team di esperti finanziati dalla Wildlife Conservation Society, da National Geographic e da Rolex Perpetual Planet.