Il noto dipinto conosciuto come ‘The Night Watch’ (La Ronda di notte), situato a 3,63 metri di altezza e 4,37 metri di diametro, è il dipinto più grande di Rembrandt. Dopo secoli dalla sua creazione, grazie alla tecnologia moderna stanno venendo alla luce piccoli dettagli nei suoi pigmenti. Un team di ricercatori provenienti da tutta Europa ha scoperto una molecola inaspettata durante lo studio sull’accumulo di vernice che componeva la famosa opera d’arte olandese dell’età dell’oro, realizzato nel 1642 e conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam.
Grazie agli strati di pigmenti e altri supporti, i dipinti possono variare nella composizione chimica in tre dimensioni. Quindi, oltre alle scansioni della superficie del capolavoro, gli esperti che lavorano al progetto di conservazione Operation Night Watch hanno prelevato minuscoli campioni attraverso gli strati del famoso dipinto. Nel 2021, a due anni dall’inizio del progetto, la mappatura macro-XRF ha rivelato lo schizzo originale di Rembrandt sotto la versione finale di The Night Watch. Trasmettendo i raggi X sul dipinto, la tecnologia costringe i pigmenti ad assorbire e emettere luce ad elevata energia in modi rivelatori, identificando le distribuzioni di diversi elementi all’interno dei singoli strati. Tale mappatura ha rivelato tanti piccoli dettagli che erano stati modificati dallo schizzo originale a quello che possiamo vedere oggi.
Tuttavia, oltre alle immagini ad attirare l’attenzione del ricercatore è stata anche una tecnica chiamata diffrazione di raggi X su polvere che ha rivelato la presenza di formiati di piombo, incluso il raro formiato di piombo (II), Pb(HCOO) 2. In quell’epoca era utilizzato comunemente nella creazione di pigmenti bianchi e gialli, ma risulta tutt’altro che sorprendente trovare l’elemento piombo in un’opera d’arte di Rembrandt. Infatti, questa particolare classe di composti di piombo, è stata rilevata solamente in studi che modellano l’invecchiamento di vecchie pitture, dunque non nei dipinti stessi.
Come ha spiegato Victor Gonzalez, fotochimico del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica: “Non solo scopriamo formiati di piombo, ma li identifichiamo in aree dove non c’è pigmento di piombo, bianco, giallo. Pensiamo che probabilmente scompaiono velocemente, ecco perché fino ad ora non sono stati rilevati nei dipinti dei vecchi maestri”. Inoltre, Koen Janssens, chimico analitico dell’Università di Anversa ha spiegato che: “Oltre a fornire informazioni sulle tecniche pittoriche di Rembrandt, questa ricerca apre nuove strade sulla reattività dei pigmenti storici, e quindi sulla conservazione del patrimonio”.