La serie HBO “The last of us” si ispira a un fenomeno biologico “sinistro” per mostrare un’apocalisse di zombi causata dal cambiamento climatico e dalla globalizzazione.
Una nuova serie TV, dal titolo “The Last of Us”, mostra gli effetti devastanti di una malattia provocata da un fungo che in natura esiste davvero: l’Ophiocordyceps, chiamato anche il fungo zombi per il modo con il quale infetta e controlla l’ospite. Le spore possono attaccare le formiche e, appena entrate nel corpo dell’animale, ne assumono il controllo spingendolo spesso in un punto alto dove “esplode” dal corpo per diffondersi in altri soggetti. Nella serie HBO viene dichiarato come il fungo non rappresenti un rischio per gli esseri umani. In ogni caso si tratta di un gruppo che attacca gli animali a sangue freddo, come gli insetti. Tuttavia, cosa accadrebbe nel caso in cui questi funghi dovessero evolversi ed abituarsi alle temperature più alte? Magari in conseguenza al surriscaldamento climatico?
Il primo caso di una malattia di origine fungina “alimentata” dal cambiamento climatico è stata la Candida auris. Il fungo si è diffuso tra gli esseri umani in più continenti, ciò suggerirebbe che la C. auris abbia superato una delle due principali debolezze di questi miceti: la risposta immunitaria e la temperatura. E fu un fungo a provocare le allucinazioni nel processo delle streghe di Salem e un’evoluzione di questo tipo dell’Ophiocordyceps non è da sottovalutare. In sostanza, però, grazie al fatto che siamo animali a sangue caldo, i funghi non rappresentano un grosso problema per l’uomo, se non in due casi: ustionati e immunodepressi. Durante la chemioterapia, il nostro sistema immunitario è più debole, quindi un’infezione fungina potrebbe essere grave. Allo stesso modo, alcuni funghi, come l’Aspergillus, possono anche causare malattie polmonari e la continua esposizione a tossine fungine come le aflotossine può portare al cancro. Con il cambiamento climatico il pericolo ben più realistico per noi è rappresentato da un fungo che attacca vari prodotti alimentari, tra cui le banane. Abbiamo ”semplificato” l’agricoltura piantando le stesse cose in tutto il mondo: mais, grano, riso, ulivi, motivo per cui predominano grandi estensioni di monocolture. Se una malattia fungina si adattasse alla colonizzazione di queste monocolture, devasterebbe la base della nostra dieta a causa della mancanza di biodiversità; un pericolo molto più concreto.