La scoperta grazie alle osservazioni ai raggi X.
Si trovavano lì, nascosti dalle nubi di gas e polveri, nello spazio profondo, eppure nessun telescopio li aveva notati fino ad oggi. Sono i buchi neri scoperti dal telescopio spaziale Chandra della Nasa. Si tratta di buchi neri supermassicci, in grado di contenere milioni o addirittura miliardi di volte la massa del Sole, posizionati a distanze che vanno dai 550 milioni ai 7,8 miliardi di anni luce dal nostro pianeta. La scoperta, presentata al convegno della Società Astronomica Americana a Seattle, è stata realizzata da un team di studiosi guidati dal Centro per l’Astrofisica Harvard-Smithsonian, che hanno realizzato un confronto i dati raccolti da Chandra nei suoi primi 15 anni di attività, a partire da 1999, con quelli della ricerca Sloan Digital Sky Survey, che usa un telescopio ottico dell’osservatorio di Apache Point, in New Mexico. Dopo oltre 40 anni di osservazione è risaputo che molte galassie sembrano normali agli occhi dei telescopi ottici, ma brillano intensamente se osservate ai raggi X. Grazie ad un confronto realizzato tra le due tipologie di immagini, gli esperti guidati da Dong-Woo Kim, hanno scoperto oltre 800 di queste formazioni, più di dieci volte il numero conosciuto prima che Chandra funzionasse.
Circa la metà degli oggetti sono stati identificati come buchi neri supermassicci che finora non risultavano visibili. “I dati dimostrano quanto sia importante confrontare i dati ottici con quelli a raggi X”, ha spiegato Amanda Malnati del Smith College del Northampton, tra gli autori della ricerca: “Il catalogo raccolto da Chandra rappresenta tesoro in continua evoluzione, che sarà fonte di molte scoperte nel prossimo futuro”. Gli altri oggetti scoperti, invece, rappresentano ancora un mistero: alcuni potrebbero rappresentare delle galassie raggruppate in ammassi mai individuate prima, mentre i restanti potrebbero nascondere altri buchi neri in galassie dove i segnali ottici vengono nascosti dalla luce prodotta dalle stelle.