Purtroppo in rari casi di ictus e danni cerebrali, le persone possono perdere del tutto la vista. Disorientati e ignari di ciò che è accaduto, possono volerci giorni prima che i medici stabiliscano che il paziente è diventato cieco. Ma cosa succede se il paziente stesso non sa di essere non vedente? In circostanze estremamente rare, una persona che non vede affatto crederà completamente, fino a spingersi spesso alla rabbia, di poter vedere perfettamente bene. Fino ad oggi sono stati registrati solamente 28 casi, e a queste persone è stata diagnosticata la sindrome di Anton.
La sindrome di Anton nota come cecità di Anton o anosognosia visiva, prende il nome dal neurologo Gabriel Anton e descrive qualcuno che è corticalemente cieco (cecità dovuta a danni alla regione visiva del cervello), ma che confabula visioni che gli fanno credere di non aver perso la vista. Questi pazienti affermeranno nettamente di non essere ciechi e di vedere bene e respingeranno qualsiasi prova che affermi il contrario. Essi, inoltre, sperimentano una grave confusione mentale e cercheranno di fuorviare i loro caregiver tentando imprese che sono difficili da fare per una persona cieca, spesso inciampando su oggetti, cercando di attraversare porte chiuse o muri.
La sindrome di Anton è particolarmente comune nei pazienti anziani affetti da lesioni cerebrali, andandone a complicare ancora di più la diagnosi e la gestione, sebbene sia stata segnalata anche in una persona di soli sei anni. Il trattamento si concentra sulla causa della cecità, che nel caso dei pazienti colpiti da ictus è estremamente limitata. In alcuni casi, la sclerosi multipla (SM) ha portato alla sindrome di Anton e i farmaci che alleviano la SM hanno aiutato un paziente.