Il rientro è previsto tra domenica 8 gennaio e lunedì 9.
Secondo gli ultimi dati, il satellite scientifico della Nasa Erbs, in orbita intorno al nostro pianeta da circa 40 anni ed ormai inattivo, sta precipitando sul nostro pianeta con il suo ingresso nell’atmosfera previsto nella notte tra l’8 e il 9 gennaio. Per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, l’ingresso nell’atmosfera è dovrebbe avvenire alle 4,49 italiane del 9 gennaio con un margine di più o meno 13 ore. A precedere il satellite scientifico sarà un frammento satellite del razzo Delta 2, che cadrà alle 20.45 dell’8 gennaio, in questo caso il margine è di circa 11 ore. Secondo le previsioni degli scienziati della Nasa l’Erbs, sigla di Earth Radiation Budget Satellite, del peso di quasi due tonnellate e mezzo, si disintegrerà quasi completamente nell’impatto con l’atmosfera, ma alcuni frammenti potrebbero comunque giungere sulla superficie. Per la NASA “il pericolo che qualcuno venga colpito è calcolato in 1 su 9.400“. Messo in orbita nel 1984 con lo shuttle Challenger, Erbs era stato realizzato per funzionare due anni, ma il periodo di attività è stata molto più lungo, pari a quasi 21 anni. In questo periodo il satellite ha registrato i dati sull’atmosfera e sul clima, misurando i livelli di ozono, vapore acqueo e aerosol. Erbs ha smesso di funzionare nel 2005, diventando uno degli ormai numerosissimi detriti spaziali nell’orbita del nostro pianeta.
Il frammento anch’esso in caduta verso il nostro pianeta, apparteneva al razzo Delta 2, lanciato il 21 novembre 2000 da Vandenberg ed aveva portato in orbita il satellite scientifico per l’osservazione della Terra Eo1 (Earth Observing-1) della Nasa, il satellite argentino Sc-C (Satelite de Aplicanciones Cientificas-C) e il nanosatellite svedese Munin. Quelli appena descritti rappresentano sono gli ultimi di una lunga lista di oggetti spaziali: un fenomeno ormai diventato molto comune, tanto che gli esperti stimano che episodi simili si verifichino ogni uno o due giorni.