Chi di noi al giorno d’oggi non fa uso di social media? Probabilmente ci saranno casi rarissimi che utilizzano lo smartphone solo per chiamare o inviare sms. I social sono piuttosto utili per combattere la noia ma, al tempo stesso, possono bloccare la creatività, la fantasia e impedire la scoperta di nuove passioni, questo perché il loro uso richiede abbastanza tempo ed energie. Questo è emerso da uno studio diretto dal Trinity College di Dublino e pubblicato sulla rivista Marketing Theory. Il lavoro di ricerca guidato da Stephen Murphy, dichiara che la noia può rivelarsi un fattore piuttosto positivo e che quindi potrebbe essere opportuno osservare dei periodi di disintossicazione dal mondo digitale, ovvero il noto ‘digital detox’.
Secondo la spiegazione riportata da ‘ANSA’ di uno degli autori dello studio Timothy Hill, dell’Università di Bath, Gran Bretagna: “La noia può sembrare un concetto estremamente negativo ma, in realtà, può essere molto positivo se alle persone viene data la possibilità di pensare senza distrazioni. Il problema che abbiamo osservato e’ che i social media possono alleviare la noia superficiale, ma la distrazione assorbe tempo ed energia e può impedire alle persone di progredire verso uno stato di noia profonda, nel quale potrebbero scoprire nuove passioni”.
I dati della ricerca sono stati raccolti su 15 partecipanti, tra Gran Bretagna e Irlanda, tra il 2020 e il 2021 nel pieno della pandemia da Covid-19. E proprio durante il lockdown, quando il mondo intero si è fermato con le varie attività lavorative e scolastiche, l’obbligo di stare rinchiusi nelle proprie abitazioni ha portato tante persone a sperimentare due tipologie di noia: una sperimentale e l’altra profonda, sperimentate dal filosofo tedesco Martin Heidegger.
La prima, quella più comune, rappresenta la sensazione di irrequietezza che conduce le persone alla ricerca di distrazioni temporanee dalla vita di tutti i giorni; in tal caso, i social media e gli smartphone hanno giocato un ruolo cruciale. Quanto alla noia profonda, questa si innesca quando si impiega il tempo ininterrottamente nella solitudine e, stando a quanto affermato dal filosofo citato pocanzi, potrebbe portare i soggetti a pensare di più e a scovare attività più creative.