Il flare ha provocato un blackout radio a onde corte in Australia e Nuova Zelanda.
I satelliti in orbita intorno alla Terra hanno registrato oggi un forte brillamento solare classe X1.2 (alle 01:57 ora italiana), prodotto dalla macchia solare AR3182. Il brillamento ha prodotto un blackout radio a onde corte che ha coinvolto gran parte della zona meridionale dell’Oceano Pacifico, compresa l’Australia e la Nuova Zelanda. Come previsto, una grande macchia solare e un complesso gruppo di Regioni Attive stanno emergendo sul lembo sud-orientale del Sole. Le foto realizzate dal Solar Dynamics Observatory della NASA mostrano un nucleo oscuro primario grande più di tre volte il nostro pianeta. Si tratta dello stesso gruppo di macchie solari che ha originato una notevole esplosione il 3 gennaio. Nessuno sa quantificare l’intensità dell’esplosione, ma le prove suggeriscono che si trattasse di un evento di classe X. Ora che l’area attiva si sta rivolgendo verso il nostro pianeta, potremmo trovarci sulla scia di tiro per la prossima esplosione, ammesso che avverrà.
I flare solari sono intense esplosioni che avvengono sul nostro Sole e sulle altre stelle. Si manifestano con repentini picchi di luminosità molto visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione in tutte le bande, dai radio ai gamma. Nella banda X ci sono le radiazioni della corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera solare che si costituisce dal plasma a temperature di milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma supera i 10 milioni di gradi e una luminosità in grado di superare quella dell’intera corona. In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X con ogni classe che risulta dieci volte più forte della precedente. I flare presentano un andamento caratteristico della luminosità con una crescita repentina, seguita da un calo molto più graduale. Hanno una durata breve, compresa da alcuni minuti a qualche ora al massimo, e si localizzano in piccole aree sulla superficie solare. In alcuni casi la potenza del brillamento è tale da produrre le eruzioni, con il plasma che viene proiettato nello spazio. La causa dei brillamenti è l’instabilità magnetica, che accelera le particelle e libera energia velocemente, provocando una crescita rapida della luminosità, seguito da un lento raffreddamento.