Un nuovo studio fornisce alcuni buoni motivi in più per rimanere ben idratati, tra cui un minor numero di condizioni di salute croniche e una maggiore possibilità di vivere una vita più lunga.
Una ricerca ha coinvolto 11.255 adulti che sono stati interrogati cinque volte nel corso di 25 anni su fattori come lo stato socioeconomico e la storia medica familiare. I test clinici sui volontari hanno fornito misure di sodio nel siero del sangue, che è stato utilizzato come indicatore della loro assunzione di liquidi. Di solito, più acqua beviamo, più basso è il livello di sodio nel nostro flusso sanguigno. “Una corretta idratazione può rallentare l’invecchiamento e prolungare la vita”, afferma la ricercatrice Natalia Dmitrieva . Precedenti ricerche hanno evidenziato un legame tra livelli più elevati di sodio nel sangue e un aumentato rischio di insufficienza cardiaca. Nello studio, i campioni di siero con livelli di sodio più elevati avevano anche maggiori probabilità di contenere livelli elevati fino a 15 diversi marcatori di salute biologica e invecchiamento.
Ad esempio, quelli con livelli di sodio superiori avevano un aumento del 10-15% delle probabilità associate di essere biologicamente più vecchi della loro età cronologica, rispetto a quelli che mostravano intervalli più tipici. C’era anche un rischio associato maggiore del 64% per lo sviluppo di malattie croniche tra cui insufficienza cardiaca, ictus, fibrillazione atriale, malattie polmonari croniche, diabete e demenza. Gli autori dello studio suggeriscono che la misurazione dei livelli di sodio nel sangue potrebbe informare i consigli dei medici. Quelle persone che si trovano nella zona di pericolo per quanto riguarda l’assunzione di liquidi potrebbero adottare misure per ottenere più acqua nel loro sistema, non solo bevendola ma anche attraverso succhi, verdure e frutta. I ricercatori sottolineano che il loro metodo non può dimostrare che l’idratazione del volontario è la principale responsabile dell’aumento delle probabilità di avere una buona salute. L’assunzione di liquidi non è l’unico fattore che influisce sui livelli di sodio nel sangue, anche se i ricercatori hanno controllato variabili tra cui età, razza e sesso biologico, oltre a escludere i partecipanti allo studio con condizioni come il diabete o abitudini come il fumo che potrebbe influenzare i loro livelli di sodio. Vale anche la pena sottolineare che questo studio si concentra maggiormente sui rischi per la salute della disidratazione, piuttosto che sugli ulteriori effetti positivi dell’essere ben idratati, anche se i due saranno ovviamente collegati in una certa misura. Al momento, circa la metà della popolazione mondiale non raggiunge l’assunzione giornaliera raccomandata (che in genere parte da circa 1,5 litri al giorno). Ci sono una serie di ragioni per questo, non ultimo l’accesso all’acqua pulita e potabile. Garantire a tutte le comunità un approvvigionamento idrico pulito a portata di mano dovrebbe essere la priorità numero uno per mantenere la salute di tutti.