Israele: archeologi scavano la tomba della ‘levatrice di Gesù’

Presso l’antico luogo di pellegrinaggio, situato in una grotta, è stato rinvenuto un ampio cortile di 350 metri quadrati con decine di lucerne e iscrizioni.

Un’ intera serie di reperti è stata trovata dagli archeologi durante gli scavi nella cosiddetta “tomba dell’ostetrica” ​​di Gesù. Ad annunciarlo, martedì, è stata l’Autorità israeliana per le antichità (IAA) mentre la notizia è stata riportata dal giornale The Times of Israel. Situata in una grotta nella regione di Lachis, nel centro di Israele, la tomba era un antico luogo di pellegrinaggio cristiano ed ora sarà aperta al pubblico per la prima volta da quando è stata portata alla luce. “Secondo una tradizione cristiana, Salomè era l’ostetrica di Betlemme e fu chiamata ad assistere alla nascita di Gesù“, ha detto l’archeologo dell’IAA Zvi Firer. La squadra investigativa ha rinvenuto uno spazio di 350 mq con decine di lucerne e iscrizioni, segno della presenza di pellegrini. Firer ha spiegato che gli antichi cristiani della regione identificavano il sito come luogo di sepoltura di Salomè e ne fecero un centro di pellegrinaggio.

La grotta, ricca di intricate sculture in pietra e archi, presenta un pavimento a mosaico. La più impressionante delle iscrizioni è in greco e recita “Zacharia Ben Kerelis, dedicata a Santa Salome“. Gli archeologi ritengono che Kerelis sia stato un ricco ebreo che finanziò la costruzione di alcune aree della grotta funeraria e del cortile. Il gruppo di ricerca sta attualmente cercando di determinare il modo migliore per preservare tutte queste antichità, al fine di aprire il sito al pubblico per la prima volta dalla sua scoperta. Si sa però che in tempi recenti alcuni pellegrini sono entrati illegalmente nella grotta, come testimoniato dai ceri e dagli oggetti moderni rinvenuti sugli altari di alcuni ambienti. Salomè non è menzionata nel Nuovo Testamento, ma solo nel Vangelo di Giacomo, un vangelo apocrifo che non fu accettato mai dalla Bibbia. L’autore sostiene di essere il fratellastro di Gesù, anche lui figlio di Giuseppe, ma la paternità del testo non è mai stata confermata, come spiegato da Haaretz. “Direi che non l’ha scritto Giacomo. È un vangelo apocrifo“, ha dichiarato R. Steven Notley, professore specializzato in Nuovo Testamento e origini cristiane al Nyack College di New York. La grotta funeraria è stata scoperta nel 1982 da saccheggiatori di antichità e successivamente scavata nel 1984 dal professor Amos Kloner dell’IAA.

Angelo Petrone

Angelo Petrone

Giornalista pubblicista, digital strategy, advertising, social media marketing, appassionato di arte, cultura e viaggi. Ho collaborato con diversi quotidiani di informazione locale e testate online. Scrivo su Scienze Notizie dal 2015.