Kepler-1658b è segnato dallo stesso destino del nostro pianeta, tra miliardi di anni.
Un corpo celeste dalla fine segnata quello scoperto da un team di esperti, descritto in uno studio del The Astrophysical Journal Letters e pubblicato su The Astrophysical Journal Letters. Il destino del corpo celeste è lo stesso del nostro pianeta quando, tra miliardi di anni, sarà inglobato dal Sole che si trasformerà in gigante rossa. Il pianeta prende il nome di Kepler-1658b, perché la scoperta è stata realizzata attraverso il telescopio spaziale Kepler della NASA, lanciato nel 2009. Si è trattato di uno dei primi candidati scoperti dal telescopo anche se ci sono voluti quasi dieci anni per confermarne la presenza.
Riuscire a scoprire l’avvicinamento del corpo celeste alla sua stella ha richiesto molti anni di studio, iniziati grazie a Kepler e proseguiti poi con il telescopio Hale dell’Osservatorio di Monte Palomar in California e dal telescopio spaziale TESS della Nasa, lanciato nel 2018. Kepler-1658b è pianeta gassoso, che rientra nella categoria dei gioviani caldi, molto vicino alla stella di riferimento, con una distanza di un ottavo rispetto a quella che separa il Sole da Mercurio. Il suo destino è però segnato, con un’orbita che si accorcia di circa 131 millisecondi ogni anno. La causa principale sono le maree: l’interazione gravitazionale tra il pianeta e la stella distorce le reciproche forme e provoca il rilascio di energia. A seconda delle distanze e delle dimensioni dei corpi coinvolti, il processo può portare ad un allontanamento, come accade per la Terra e la Luna, o ad un avvicinamento, come nel caso del pianeta oggetto della ricerca.