Mai era stata registrata una perdita così considerevole del ghiaccio artico.
Erano i primi mesi di quest’anno quando l’Artico fu colpito dal più potente ciclone mai registrato, con venti che superavano i 100 chilometri orari. Fenomeni di questo tipo sono relativamente rari a quelle latitudini, ma l’evento in esame ha provocato una perdita del ghiaccio senza precedenti, che ha lasciato di stucco gli esperti. Tra il 20 e il 28 gennaio, la tempesta ha colpito la Groenlandia attraverso il Mare di Barents, dove ha provocato gigantesche onde anche di 8 metri. Fino ad oggi i modelli meteorologici hanno previsto l’evoluzione della tempesta, ma non la quantità di ghiaccio perso. Dopo la scomparsa della tempesta il ghiaccio delle regioni settentrionali di Russia e Norvegia, aveva perso un volume di mezzo metro, il doppio rispetto alle previsioni.
“Lo scioglimento del ghiaccio marino rappresenta il più grande cambiamento che abbiamo osservato dal 1979 con una perdita del 30% rispetto al record precedente“, spiega l’autore della ricerca Ed Blanchard-Wrigglesworth, esperto dell’Università di Washington a Seattle nello studio sul Journal of Geophysical Research: Atmospheres. Non è ancora chiara l’origine di questa perdita: forse le onde che si sono abbattute sulla costa ghiacciata. Quello che è certo è che lo spessore del ghiaccio marino è di solito difficile da analizzare e modellare, e mentre il clima si surriscalda, è fondamentale comprendere le tempeste artiche e le loro conseguenze sul ghiaccio marino.