Quante volte ci capita la mattina di posporre la sveglia per restare a letto qualche minuto in più, con la speranza che così facendo il nostro risveglio si presenti un po’ più dolce. Eppure non è così. Secondo una recente ricerca, rimandare la sveglia fa male alla salute.
Uno studio dell’Università di Notre Dame, in Francia, ha svolto un lavoro più approfondito sulla pratica dello snooze (ovvero del posticipare la sveglia), poi pubblicato sulla rivista SLEEP. Tale ricerca ha affermato che il sonnellino, che a tanti di noi piace fare, fa sì che il risveglio si mostri ancora più turbolento dato che va a bloccare i cicli naturali del sonno, portando alla così chiamata ‘inerzia del sonno’, ovvero quella sensazione di intontimento che accusiamo la mattina presto dopo esserci svegliati.
L’inerzia del sonno può anche durare per l’intera giornata e darci quella sensazione di stordimento e disorientamento. Questo fenomeno accade perché varie zone del nostro cervello necessitano di tempi diversi per potersi riattivare; precisamente, nei primi 5 minuti dal risveglio, vi è una sorta di separazione tra la percezione di essere svegli e la diminuzione di velocità delle capacità sensoriali, scaturite proprio dalla rilassatezza di varie parti del cervello nel risvegliarsi totalmente. Una volta che tutte queste zone si sono riattivate e vanno a lavorare in equilibrio tra loro, allora possiamo dire di essere coscienti in modo regolare.
Lo studio è stato eseguito in merito ai dati ottenuti da 450 soggetti adulti. Da questa analisi è emerso che il 57% del campione eseguiva in maniera abituale la pratica dello snoozing e tra questi la maggior parte erano donne. Stando a quanto affermato da Stephen Mattingly, principale autore dello studio, quando a svegliarci si tratta diunallarme è poco probabile che ci stia svegliando da un sonno leggero. Se così fosse, la probabilità di inerzia del sonno aumenta nei primi minuti dopo il risveglio. Dunque, posporre la sveglia è un’abitudine poco sana.
