Al via la terapia combinata che va a colpire i geni che mutano e fanno crescere i tumori. Negli Stati Uniti sono stati eseguiti i primi test, dai quali è emerso che: almeno due farmaci sono diretti in maniera simultanea contro due proteine note per aiutare le cellule malate. Il risultato di questa importante scoperta è stato pubblicato su Cancer Discovery, rivista dell’Associazione statunitense per la ricerca sul cancro (Aacr), grazie al lavoro del team coordinato da Antonio Iavarone trasferitosi dall’Italia negli USA, dove ha lavorato prima presso la Columbia University di New York passando poi all’Università di Miami, dove oggi è il vicedirettore del Sylvester Comprehensive Cancer Center.
La ricerca, oltre al ricercatore italiano, è stata condotta anche dalla connazionale Anna Lasorella, professoressa di Biochimica e Biologia molecolare presso il medesimo centro di ricerca. Come ha spiegato Iavarone all’ANSA: “Adesso sappiamo che lo stesso gene, chiamato LZTR1, è coinvolto in più tumori e in alcune sindromi legate allo sviluppo di tumori, come la Schwannomatosi, una condizione rara e dolorosa che consente ai tumori benigni di crescere attorno ai nervi. Abbiamo scoperto che cosa fanno le mutazioni coinvolte nei tumori e questo è importante perché permette di bersagliare i meccanismi dello sviluppo tumorale. Ora possiamo sfruttare questa conoscenza”.
Grazie ai risultati della ricerca ora il gene LZTR1 quando tende a mutare diventa invece un alleato dei tumori, andando a favorire lo sviluppo. I ricercatori hanno inoltre scoperto che, nelle condizioni normali, tale gene distrugge due proteine chiamate: EGFR e AXL, che vanno ad accumularsi in maniera sproporzionata, provocando l’insorgenza del tumore. Invece, nel momento in cui il gene non muta, non le va a bloccare. La docente Lasorella ha spiegato che: “Le mutazioni di LZTR1 svolgono un ruolo significativo in molti tumori, tra cui il tumore del polmone, cervello, mammella, colon, esofago e altri. Inoltre, le variazioni ereditarie di LZTR1 possono causare la syndrome nota come Schwannomatosi”.