La formazione, di circa sei centimetri, aveva una forma cilindrica.
Ha destato scalpore la nascita, in Messico, di una bambina con una coda, di circa 5,7 centimetri. La formazione, coperta di peli, è stata identificata dagli esperti come una “vera coda” e non un disrafismo spinale, cioè un’anomalia della colonna vertebrale. La coda è stata tagliata attraverso la resezione chirurgica, non presentando all’interno un osso. Come dichiarato dai medici che hanno descritto il caso della bambina, “le code umane sono molto rare e sono di solito diagnosticate dopo la nascita”. Di solito si tratta di appendici benigne che non causano nessun problema ai pazienti, anche dopo l’operazione chirurgica. Ad annunciare il caso è stato un team di medici e studiosi del Dipartimento di Chirurgia Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Dr. José Eleuterio González”. Gli esperti, guidati da Gerardo Munoz, hanno individuato la coda solo in seguito alla nascita della bambina nel 2020. La coda aveva un diametro tra i tre e i cinque millimetri con una forma cilindrica, più spessa all’apice e terminante con una forma appuntita.
Come descritto dagli esperti, la bambina al termine di una gravidanza definita normale in un’area rurale del Messico, non esposta a radiazioni, agenti chimici o malattie, tutti elementi che potrebbero provocare anomalie congenite e malformazioni. Nemmeno i genitori non presentavano disfunzioni o malformazioni. L’unico elemento anormale era dunque la coda, che gli esperti hanno studiato due mesi dopo la nascita quando era cresciuta di 0,8 centimetri. Come spiegato dalla ricerca, sono 200 le ”code” descritte dalla scienza, come nel caso della bambina del Messico. L’embrione dell’essere umano sviluppa di solito la coda, una struttura dovuta al nostro retaggio evolutivo, ma la riassorbe nel coccige durante la fase di gestazione. Può accadere, in rari casi, che il riassorbimento potrebbe essere incompleto sviluppando una coda vestigiale.
Fonte:
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213576621003195