Ci si sofferma spesso sull’inquinamento atmosferico ma poco su quello luminoso, il quale invece si rivela essere particolarmente dannoso sia per gli ecosistemi naturali, sia per la salute umana. Alcuni esempi di conseguenze nocive della LAN, acronimo per light at night, ossia luce artificiale, sono l’alterazione del ritmo circadiano di insetti e animali (che può portare anche alla morte prematura), l’allungamento della stagione dei pollini e, per quanto riguarda noi esseri umani, il rischio di contrarre maggiormente malattie coronarie se si lavora di notte, nonché l’aumento delle probabilità (fino al 22%) di diventare obesi.
Inoltre, come dimostra uno studio cinese pubblicato sulla rivista Diabetologia e condotto su quasi centomila persone, nove milioni di cinesi potrebbero avere il diabete in relazione a un’esposizione eccesiva alla luce artificiale. «Nonostante oltre l’80% della popolazione mondiale sia esposta all’inquinamento luminoso notturno, questo problema non ha riscontrato un grande interesse da parte degli scienziati se non negli ultimi anni», affermano gli autori dello studio. Questo ha avuto un ampio campione di volontari, costituito dallo stesso numero di uomini e donne con età media di 43 anni circa e provenienti da 162 zone diverse della Cina. L’analisi dei risultati rileva che il 28% dei casi con diabete era correlato a esposizioni di luce artificiale maggiori, e che le regioni più illuminate dalla LAN durante la notte presentavano un caso di diabete in più ogni 42 persone.
Tuttavia, è importantissimo considerare che questo studio riporta eventi correlati e non causali, il che significa che non c’è un rapporto di causa (esposizione alla luce artificiale) ed effetto (maggiore possibilità di contrarre il diabete) diretto, quindi LAN-diabete non sono necessariamente legati, e questo è un aspetto fondamentale da considerare quando si leggono ricerche di questo tipo, che comunque arricchiscono enormemente il panorama delle conoscenze scientifiche e mediche su cui basare approfondimenti futuri.