Straordinaria scoperta quella portata alla luce da una missione archeologica egiziana a Tel Al-Farayeen, Kafr El-Sheikh nel delta settentrionale del Nilo. Quì sono stati trovati i resti della sala dei colonnati del tempio di Butu della XXVI dinastia oltre ad una collezione di vasi usati nei rituali religiosi insieme a incisioni su pietra decorate raffiguranti scene che risalgono al periodo Saitie della XXVI dinastia. La sala, presenta tre colonne allineate in rovina con un probabile papiro in cima, emblematico delle forme d’arte prevalenti in quel periodo, c he potrebbe essere associato alla divinità Wadjet che è il maestro del Tempio di Butu.
Ma non è tutto: nel corso degli scavi è stato trovato un rilievo calcareo che mostra una divinità con una testa di uccello che indossa una corona bianca circondata da piume, forse Nekhpet o Mut. “Si tratta di una scoperta molto importante”, ha dichiarato Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità.
“Mostra una parte importante del tempio e permette di far luce sulla sua pianta originale e sul progetto architettonico dell’area circostante che si estende per 11 feddan”. L’area era circondata da un enorme muro di mattoni di fango costruito durante il Nuovo Regno. Durante il periodo Saitie il muro sarebbe stato ulteriormente alzato. Nell’area del tempio sono stati scoperti anche un piccolo santuario di pietra calcarea e vasi.
“Il santuario potrebbe essere stato costruito per preservare piccole statue sacrificate per il tempio”, ha detto Ayman Ashmawi, capo del settore delle antichità dell’antico Egitto presso il Consiglio supremo delle antichità, aggiungendo che gli scavi continueranno allo scopo di rivelare altri segreti del sito. La missione aveva precedentemente scoperto un enorme edificio in pietra e diversi strumenti usati nei rituali religiosi oltre ad una collezione di scene distinte scolpite nell’avorio e intarsiate con oro e incisioni geroglifiche.