Sono dati piuttosto confortevoli quelli ottenuti grazie ai satelliti della NASA e dell’agenzia statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), secondo cui il buco dell’ozono che ogni anni va a formarsi sull’Antartide continua a chiudersi. In modo preciso, tra il 7 settembre e il 13 ottobre del 2022, ha raggiunto i 23,2 milioni di chilometri quadrati, ossia un’area di poco inferiore rispetto al 2021 che però dà conferma della sua riduzione.
Inoltre, dai dati ottenuti è stato riscontrato che la brutale eruzione avvenuta a gennaio 2022 del vulcano Hunga Tonga nell’Oceano Pacifico non ha influito in maniera negativa sulla grandezza del buco dell’ozono. Anche questa si tratta di una buona notizia. Secondo le dichiarazioni rilasciate da Paul Newman del Goddard Space Flight Center della NASA, e riportate da Ansa: “I cambiamenti meteorologici e altri fattori fanno oscillare leggermente i numeri tra una settimana e l’altra, ma nel complesso il buco si sta richiudendo. L’eliminazione delle sostanze dannose per l’ozono stabilita dal Protocollo di Montreal (entrato in vigore nel 1989) sta funzionando”.
Ogni mese di settembre lo strato di ozono, ossia quella sezione della stratosfera che protegge la nostra Terra dai raggi ultravioletti del Sole, va ad affinarsi andando a determinare il famoso buco dell’ozono al di sopra del Polo Sud. Quando il Sole sorge al termine dell’inverno, le molecole reattive di cromo e bromo che si trovano nell’atmosfera vanno ad unirsi alle nubi ad alta quota andando a distruggere l’ozono.