Gli occhi rappresentano un importante marker biologico per captare l’età di una persona ed è proprio all’interno dei nostri occhi che vi sono importanti informazioni sulla nostra aspettativa di vita. Tuttavia, l’età biologica di un individuo cambia in base al ritmo di ognuno di noi e a seconda di vari fattori di salute. Per definire l’età biologica, di solito, basta individuare diversi biomarcatori del corpo come ad esempio geni specifici, pressione sanguigna, la funzione del sistema immunitario e capacità cognitive.
Lo scorso mese di gennaio uno studio pubblicato sul British Journal of Ophthalmology ha rivelato che il nostro occhio potrebbe dirci molte cose per quanto riguarda la propria età biologica. Dallo studio si può leggere che: “La retina offre una ‘finestra’ unica per valutare i processi patologici sottostanti delle malattie vascolari e neurologiche sistemiche associate a un aumento dei rischi di mortalità”.
In questo studio sono stati coinvolti circa 50mila persone con età compresa tra i 40 ed i 69 anni. Gli autori dello studio, grazie all’uso della tecnologia di deep learning, hanno esaminato le immagini del fondo oculare utili a prevedere l’età biologica di ciascun individuo sottoposto al test. I risultati hanno riscontrato che: il 51% delle persone possedeva un ‘divario di età retinica’, ossia la differenza tra età biologica e quella cronologica, superiore di 3 anni, mentre il 28% mostrava un divario di più di 5 anni ed il 4,5% possedeva un divario di oltre 10 anni.
Dunque la maggior parte dei partecipanti aveva occhi “più vecchi” rispetto alla propria età cronologica, andando incontro al rischio di morte dal 49% al 67% più elevato in base alle possibili cause, per lo più connesse a malattie cardiovascolari oppure cancro.