La roulette ha sempre avuto un particolare legame con la scienza, con gli appassionati di numeri, statistiche e probabilità di vincita. La storia del gioco si intreccia con quella di alcuni grandi scienziati della storia. Prima di arrivarci, tuttavia, occorre analizzare le origini e lo sviluppo del gioco. Per quanto concerne le prime, infatti, sappiate che quando parliamo della roulette parliamo anche e soprattutto di un gioco che si basa sui princìpi della fisica. L’idea iniziale, infatti, non era assolutamente quella di renderla uno svago per i frequentanti delle sale da gioco. La creazione della roulette, anche se non godiamo della presenza di testimonianze certe al cento per cento, viene attribuita a Blaise Pascal, notissimo studioso del ‘600 che a quell’epoca portava avanti i suoi studi e i suoi progetti legati al moto perpetuo. La sua volontà, infatti, era quella di riuscire a dimostrare alla comunità scientifica di essere in grado di costruire un macchinario capace di muoversi su sé stesso senza ricorrere all’aiuto di fonti di energia particolari. Pascal, tra l’altro, non ha mai avuto l’opportunità di scoprire che funzione avesse assunto il suo prodotto, perché quando la roulette si diffuse in Francia e nelle sale da gioco lui era scomparso già da tempo. Altre testimonianze, invece, raccontano che la roulette derivi dalla “Girella”, un noto gioco italiano in voga soprattutto ai tempi dei romani e degli antichi greci. Ancora oggi, poi, la roulette continua ad essere un gioco particolarmente apprezzato, tanto che è stato sviluppato un suo alter ego virtuale disponibile su diverse piattaforme in rete e al quale si può giocare sfruttando il codice bonus pokerstars 2022 o altre promozioni messe a disposizione degli utenti delle sale da gioco virtuali. Chissà cosa avrebbe potuto pensare Pascal vedendo la sua ruota dal moto perpetuo girare anche sullo schermo di un telefonino. Ad ogni modo cerchiamo di capire come la roulette si sia sviluppata nel tempo e quali siano i suoi rapporti con il mondo delle scienze.
Lo sviluppo della roulette
Ad oggi, la roulette tradizionale presenta 37 numeri, ognuno dei quali viene associato ad una determinata casella. I numeri vanno dallo 0 al 36 e sono colorati alternativamente di rosso e di nero. L’unica eccezione riguarda proprio lo 0, che invece è colorato di verde. In pochi sono a conoscenza del fatto che alle origini fosse presente un altro numero lungo il perimetro: il doppio 0, anch’esso colorato di verde e posto nella casella opposta a quella in cui oggi risiede lo 0. In un gioco come questo, un numero in più o in meno fa tutta la differenza del mondo, perché a cambiare sensibilmente sono le probabilità di vincita dei giocatori. Per venirgli leggermente incontro, la Francia ha ridotto il numero a 36, eliminando quindi il doppio 0. Quest’ultimo, poi, è stato ripristinato in America, dove la roulette ha attirato l’attenzione di una grandissima fetta di giocatori. Una volta che è stato diffuso il gioco, quindi, i tipi principali di roulette sono diventati 3: quella francese, quella inglese e quella americana. La versione più classica e diffusa è sicuramente la prima.
Il rapporto tra scienza e roulette
Come abbiamo già anticipato all’inizio, la roulette, creata da Pascal o meno, è un gioco che si basa prevalentemente su princìpi appartenenti al mondo della fisica. Nel momento in cui si dice una cosa del genere, diventa abbastanza ovvio sottolineare il conseguente interessamento degli intellettuali e degli scienziati più brillanti. A tal proposito, ad intervenire sulla questione più di un secolo dopo rispetto alla sua origine fu addirittura Albert Einstein. Tuttavia, l’elaborazione di un modello matematico noto come “Teoria di Einstein” non portò i frutti sperati: anche il mito della matematica, infatti, fu costretto ad arrendersi di fronte al moto rotatorio che anima il gioco. In questo senso, nonostante i tanti tentativi fatti da numerosi scienziati, sarebbe stato assolutamente impossibile prevedere con esattezza la casella sulla quale si sarebbe fermata la pallina lanciata dal croupier. Alla fine, secondo Einstein, l’unico modo per essere sicuri di vincere alla roulette consisteva nel rubare i soldi dal tavolo di nascosto.