Oltre agli antichi monoliti, vaste aree paludose sono state distrutte dalle fiamme.
Un incendio boschivo sull’Isola di Pasqua (Cile) ha distrutto almeno 100 ettari del Parco Nazionale di Rapa Nui. Il rogo ha provocato danni “irreparabili” ad alcuni dei monoliti, detti moai, scolpiti tra il XIII e il XVI secolo dagli antichi abitanti polinesiani dell’isola, come riferito le autorità locali attraverso i social network. Secondo quanto riferito, l’incendio non ha interessato solo il sito archeologico e le sculture in pietra, ma anche considerevoli estensioni di zone umide.
Secondo Pedro Edmunds Paoa, sindaco dell’Isola di Pasqua, ”l’incendio è stato già controllato”; tuttavia, ha avvertito che alcune delle sculture erano incrinate a causa dell’esposizione alle alte temperature. “Quando la pietra si rompe, con una pioggia battente o nel tempo, si allenta, cade e smette di essere pietra e diventa sabbia“, ha spiegato in un’intervista alla giornale cileno di Pauta. Finora, ha detto il sindaco, i danni subiti dai moai non sono stati ancora quantificati, ma ha sottolineato che alcuni dei monoliti sono stati colpiti “in maniera irreparabile“. ”Tutti gli incendi a Rapa Nui sono causati dall’essere umano”, ha detto il funzionario, che ha criticato la mancanza di interesse e il sostegno del governo per prevenire e combattere questo tipo di catastrofi.