Riscontrato un legame tra emicrania e sensibilità alla luce, ecco lo studio

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Fonte: Pexels/Liza Summer

Chi soffre di emicrania sa che il silenzio ma soprattutto il buio possono attenuarne i sintomi, anche se secondo la scienza questo è un controsenso. Il mal di testa infatti porta ad una diminuzione dell’attività dei neuroni nella corteccia visiva, per cui è inspiegabile che dei neuroni meno attivi possano portare una trasmissione maggiore degli stimoli visivi.

La risposta è arrivata da uno studio condotto da ricercatori italiani guidati dalla Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con l’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-In) di Pisa e l’Università di Padova e pubblicato sul Journal of Headache and Pain.

Nicolò Meneghetti, primo autore del lavoro e studente PhD dell’Istituto di BioRobotica spiega: “Nelle persone con il mal di testa, si ha un potenziamento dei neuroni ‘inibitori’, il cui ruolo è quello di diminuire l’attività cerebrale. ”.

E ancora:“Il nostro studio mostra che i neuroni nella corteccia sono meno attivi in risposta a uno stimolo visivo. Questo succede a causa di un potenziamento, nelle persone con mal di testa, dei neuroni “inibitori” il cui ruolo è quello di diminuire l’attività cerebrale. Meno attività però non significa per forza che le informazioni non continuino a viaggiare: non solo i neuroni continuano a parlare tra di loro, ma proprio i neuroni inibitori sincronizzano le comunicazioni impacchettandole più velocemente di quanto non succeda senza emicrania, portando quindi a una trasmissione troppo efficace dell’informazione visiva”. Siamo vicino quindi a trovare una cura efficace forse e a capire i meccanismi della malattia; conclude così Meneghetti: “L’emicrania condivide alcune caratteristiche comuni con altre malattie, come ad esempio l’epilessia. Il nostro modello potrebbe quindi aiutare a spiegare alcune caratteristiche di queste patologie e a trovare nuove soluzioni per combatterle”.