Secondo uno studio internazionale condotto dall’Università Ca’ Foscari Venezia in collaborazione con il centro di ricerca francese Lsce, il Cnrs e l’Università Roma Tre e pubblicato su Nature Communications, nel passato, durante i periodi più caldi, contrariamente a quanto creduto e affermato finora, i ghiacciai costieri dell’Antartide Orientale non erano stabili.
Oggetto principale dello studio sono stati i ghiacciai costieri nel bacino subglaciale di Wilkes, che semmai dovesse fondere, potrebbe far innalzare il livello del mare mondiale di ben 3 metri. Secondo lo studio infatti, dato che nell’Antartide molti ghiacciai si trovano in bacini al di sotto del livello del mare, “comprendere la loro risposta all’innalzamento delle temperature atmosferiche e oceaniche è cruciale per migliorare gli scenari futuri di innalzamento dei mari”.
Inoltre, afferma: “La crescita e il decadimento delle calotte polari esercitano importanti controlli sul clima regionale e globale, mentre il loro comportamento futuro è un’incertezza chiave nella previsione dell’innalzamento del livello del mare durante e oltre questo secolo”.
Infine, aggiunge lo studio: “Due lunghe fasi di riscaldamento hanno probabilmente contribuito alla destabilizzazione delle piattaforme di ghiaccio e dei ghiacciai di sbocco del bacino subglaciale di Wilkes, portando al ritiro verso l’interno della linea di messa a terra”.
Ilaria Crotti, autrice dello studio svolto durante il dottorato in Scienza e gestione dei cambiamenti climatici in co-tutela tra Ca’ Foscari e l’Univesità di Paris-Saclay, spiega: “I ghiacciai costieri ospitati dal bacino subglaciale di Wilkes hanno subito un ritiro di circa 300 chilometri verso l’interno dell’Antartide tra 330mila e 320mila anni fa. Si tratta del maggior ritiro degli ultimi 350mila anni. Contribuì all’innalzamento del livello globale dei mari di 1 metro. Stimiamo che un minor ritiro dei margini di tali ghiacciai, nell’ordine di 100 metri, sia avvenuto invece tra 125mila e 115mila anni fa, contribuendo all’innalzamento livello globale del livello dei mari di mezzo metro”.