Il programma Desroots et des wings, in circostanza del 200° anniversario della decifrazione dei geroglifici di Jean-François Champollion, ha rivelato il volto del più famoso faraone d’Egitto: Ramses II. I suoi lineamenti sono stati ricostruiti, dopo ben 3.300 anni dopo la morte del re egizio, grazie allo studio di un team scientifico sotto la guida di Caroline Wilkinson, antropologa forense britannica, appartenente alla John University Moores di Liverpool, e dalla paleoradiologa egiziana Sahar Saleem dell’Università del Cairo.
Si tratta di una prima assoluta, infatti, il volto di Ramses II non era mai stato ricostruito in maniera dettagliata. I lineamenti del faraone egiziano sono stati eseguiti grazie ad uno scanner del cranio della mummia del re. L’antropologa Wilkinson, nel documentario Desroots et des wings, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Quando guardi per la prima volta un teschio, inizialmente cerchi i dettagli caratteristici più visibili. Ad esempio, su Ramses II, c’è un osso nasale molto largo. È tra gli occhi, che sono molto alti e molto pronunciati”. Ha poi aggiunto l’esperta: “Più forte è un muscolo nel punto in cui è ancorato, più i suoi attacchi lasceranno segni visibili sulla superficie del cranio”.
Tuttavia, è necessario anche un lavoro 3D per rilevare in modo preciso rughe, pori ed imperfezioni della pelle. Certamente non si tratta di informazioni che si ottengono dal cranio, quindi è importante riuscire a interpretare. Ma l’interpretazione si basa sui modelli di rappresentazione a questa età. Anche la paleoradiologa Saleem è intervenuta su questa eccezionale ricostruzione spiegando che nell’ultima fase è possibile ipotizzare il colore della pelle di Ramses II. Per ottenerlo, occorre utilizzare il software che viene utilizzato nelle indagini penali. L’esperta egiziana ha così commentato: “È davvero un re molto bello. È così egiziano. Assomiglia a quei volti che incontro ogni giorno per le strade del Cairo e dell’Egitto”.