Al polo nord di Giove è presente un ciclone circondato da otto cicloni più piccoli, disposti secondo uno schema poligonale, mentre al polo sud è presente un sistema esagonale formato da cinque uragani periferici e uno centrale.
Per anni, dal 2017, la sonda Juno ha osservato gli enormi sistemi di uragani a forma poligonale ai poli nord e sud di Giove. Da allora, questa strana configurazione di forme geometriche ha lasciato perplessi gli scienziati, poiché non è chiaro perché queste formazioni risultino così stabili nel tempo. Ora, un team di ricercatori di istituti e università negli Stati Uniti e in Italia, hanno annunciato una possibile spiegazione di questo fenomeno, in un articolo pubblicato questo giovedì su Nature Astronomy. Il gruppo di scienziati, guidato da Andrew P. Ingersoll del California Institute of Technology, USA, ha utilizzato una serie temporale di immagini ottenute dal Jovian Infrared Auroral Mapping Spectrometer (JIRAM) di Juno per tracciare i venti, misurare la vorticità e la divergenza orizzontale all’interno e intorno al ciclone polare nord e due delle tempeste circumpolari. Al polo nord di Giove c’è un ciclone circondato da otto cicloni più piccoli che ruotano attorno ad esso, disposti secondo uno schema poligonale, mentre al polo sud il curioso sistema esagonale è formato da cinque uragani periferici e uno centrale.
I ricercatori hanno trovato un formazione ad anello anticiclonica tra il ciclone polare e i cicloni circostanti, un elemento che supporta la teoria secondo la quale tale situazione è necessaria per la stabilità del modello poligonale dei cicloni. Questa teoria era stata enunciata in un precedente articolo, pubblicato nel 2020 negli Atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze, a cui ha partecipato anche Ingersoll. In quella precedente ricerca, gli scienziati hanno modellato i vortici usando equazioni ideate dai matematici del XIX secolo, e hanno scoperto che la stabilità del modello dipenderebbe dalla schermatura fornita da un anello anticiclonico attorno a ciascun ciclone, ma anche dalla profondità della formazione. Una schermatura insufficiente e una profondità insufficiente portano alla fusione delle varie formazioni di gas e alla perdita della forma poligonale. Troppa schermatura provoca, invece, la separazione delle parti cicloniche e anticicloniche dei vortici. Nel mezzo possiamo trovare poligoni stabili.