La scoperta di diamanti esagonali, in Africa, ha stupito gli scienziati. Le pietre, grandi fino ad un micrometro, sono state rinvenute in alcuni meteoriti e risalgono a miliardi di anni fa quando nel nostro Sistema Solare esisteva un pianeta nano caratterizzato da un mantello ricco di carbonio. L’impatto con un gigantesco meteorite ha creato una gigantesca compressione sull’allotropo fino a farlo assumere un reticolo esagonale, chiamato lonsdaleite. In articolo pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, gli esperti hanno fornito una spiegazione all’origine di questi particolari minerali. ”Sappiamo che i diamanti e grafite non sono altro che insiemi di atomi di carbonio disposti in maniera diversa, la stessa cosa vale per la lonsdaleite”, spiegano gli esperti.
La caratteristica peculiare delle mine da matita è che sono formate da strati di carbonio organizzati in griglie esagonali. La caduta dell’asteroide ha prodotto un fluido, ricco di carbonio, idrogeno, ossigeno e zolfo, che ha interagito con la grafite ad altissime temperature e a forti pressioni. Quest’ultima condizione, in particolare, sembrerebbe l’ingrediente segreto per la nascita della lonsdaleite: la struttura esagonale della grafite si è preservata in uno spazio tridimensionale. Questi diamanti ”alieni” si caratterizzano per essere più duri rispetto a quelli presenti sulla Terra. Lo studio di questi pietre rappresenta spesso una vera e propria impresa per gli scienziati, per le loro ridotte dimensioni. I quattro meteoriti scoperti in Africa hanno permesso uno studio di studiare dei minerali grandi fino a un micrometro, cioè mille volte più grandi di quelli trovati in passato.
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