Orde di ranger guidano gli animali in gabbie di metallo e un convoglio di camion inizia un viaggio di circa 700 chilometri per portare gli animali nella loro nuova casa.
Più di 2.500 animali selvatici sono stati spostati in una riserva meridionale situata al nel nord del paese per salvarli dall’estrema siccità causata dai cambiamenti climatici che purtroppo, sono anche peggio del bracconaggio. Circa 2,000 impale, 50 bufali, 50 zebre, 50 gnu, 400 elefanti, 70 giraffe, 50 eland, 10 leoni e un branco di 10 cani selvatici sono tra gli animali che stano per essere traslocati in tre conservatori nel nord – Sapi, Matusadonha e Chizarira. Si tratta di una delle operazioni di cattura e traslocazioni di animali vivi selvatici più grande degli ultimi 60 anni. Il progetto Rewild Zambezi, prevede di ricostruire le popolazioni di fauna selvatica altrove cioè nella valle de del fiume Zambesi.
“Il loro habitat era rimasto all’asciutto a causa della prolungata mancanza di acqua causata dalla siccità” ha detto Tinashe Farawo, portavoce della Zimbabwe National Parks and Wildlife Management Authority. Prima che si verifichi un disastro, l’agenzia dei parchi ha rilasciato dei permessi per consentire lo spostamento degli animali. “Lo stiamo facendo per alleviare la pressione. Per anni, abbiamo combattuto il bracconaggio e proprio mentre stiamo vincendo quella guerra, il cambiamento climatico è emerso come la più grande minaccia per la nostra fauna selvatica. Molti dei nostri parchi stanno diventando sovrappopolati e c’è poca acqua o cibo. Gli animali finiscono per distruggere il proprio habitat, diventano un pericolo per sé stessi e invadono gli insediamenti umani vicini per il cibo, con conseguente conflitto incessante“. Un’altra opzione sarebbe stata l’abbattimento per ridurre il numero di animali selvatici, ma molti gruppi di conservazione protestano per tali uccisioni.