Un team di scienziati sulle tracce di stelle che scompaiono dal cielo: tra realtà e teorie fantascientifiche.
Un team di scienziati dell’Università di Uppsala in Svezia, guidato dalla ricercatrice Beatriz Villaroel, sta indagando su un fenomeno alquanto curioso: la scomparsa di nove stelle apparse nel telescopio Samuel Oschin in California negli anni ’50 ed oggi invisibili. Realizzata nell’ambito del progetto VASCO (Vanishing & Appearing Sources during, la scoperta ha suscitato non pochi interrogativi da parte degli esperti. Se da un lato viene proposta la teoria della presenza di una mega struttura aliena che potrebbe circondare la stella e che da essa ricava energia, facendola spegnere, dall’altra i ricercatori hanno avanzato una teoria molto più plausibile: la presenza di quasar, ovvero nuclei di galassie lontanissime ma talmente luminose da sembrare stelle se osservate con dei classici telescopi.
Una delle principali caratteristiche dei quasar è che possono risultare inattivi in pochi anni per poi spegnersi. Quando un quasar si spegne, cala anche improvvisamente la luminosità. In questo caso se vengono osservati con telescopi poco potenti non risultano più visibili, dando quindi l’impressione di stelle che sono sparite. Ed ecco il motivo per il quale ora gli scienziati si sono messi alla ricerca delle stelle scomparse realizzando delle osservazioni della volta celeste con l’uso di telescopi molto più potenti. L’obbiettivo è di scoprire se si tratti di stelle ancora invisibili, di quasar o stelle scomparse nel nulla. Per ora, gli scienziati stanno cercando le stelle analizzando oltre 300.00 sorgenti luminose e realizzando diverse scansioni del cielo, così da confrontare i risultati di ogni analisi ed identificare i corpi celesti che si spengono. Se gli studi del cielo effettuati con i grandi telescopi confermeranno che le stelle scompaiono davvero, allora le conseguenze della scoperta saranno di notevole portata.