L’altissima concentrazione di petrolio nel mare a cui sono stati esposti i delfini potrebbe aver provocato gravi disfunzioni polmonari.
Dopo ben 12 anni dall’incidente della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, che provocò lo sversamento nell’oceano di oltre 800 milioni di litri di petrolio, un team di scienziati ha analizzato le ricadute sulla salute di alcuni delfini con risultati preoccupanti. Quello della Deepwater Horizon rappresenta uno dei peggiori disastri ambientali mai avvenuti, tanto grave da inquinare non solo le acque dove si trovava la petroliera, cioè nel Golfo del Messico, ma anche in Florida, l’Alabama e la Louisiana. La ricerca è stata realizzata dalla National Marine Mammal Foundation di San Diego ed ha coinvolto ben 71 delfini della Louisiana. Dopo aver analizzato i campioni di sangue, gli studiosi hanno effettuato un confronto con quello di soggetti sani, non coinvolti direttamente nell’incidente.
Ad essere individuate sono migliaia di variazioni nell’espressione genica nei delfini presenti nell’area dell’incidente al momento del disastro, entrati in diretto contatto dunque con il greggio riversato in mare. In particolare ad essere coinvolto sembrerebbe un gene chiamato PRG3, che nell’uomo è strettamente collegato alle funzionalità dei polmoni. Sono state scoperte, inoltre, anche mutazioni sui geni coinvolti nel funzionamento delle difese immunitarie. Ed in effetti in questi animali è stata scoperta una serie di problemi nel funzionamento dei polmoni ed in complicanze. Nonostante i primi dati allarmanti gli esperti hanno scelto una linea di cautela prima di giungere a delle conclusioni allarmanti. Nonostante le alterazioni appaiono un dato di fatto, è infatti impossibile stabilire un collegamento diretto con il petrolio, alla luce delle alte concentrazioni di inquinamento negli oceani.