Sebbene il dipinto non sia firmato, contiene una parola in tedesco la cui calligrafia corrisponde allo stile di scrittura del pittore spagnolo.
Un team di esperti ha portato alla luce al Castello dei Brancaleoni, in provincia di Pesaro Urbino, un quadro di Pablo Picasso e data in dono all’amico e pittore tedesco Paul Klee, in cui viene raffigurato il dittatore Adof Hitler in maniera caricaturale. “Attualmente l’opera non può essere attribuita con certezza a Picasso”, ha riconosciuto Annalisa Di Maria, membro del comitato di esperti di Arte e Letteratura presso il centro Unesco di Firenze. “Certamente il dipinto dovrà essere indagato ulteriormente“, ha aggiunto. Tuttavia, lo specialista sottolinea che, a suo avviso, non c’è dubbio che si tratta di un’opera del pittore spagnolo e che, se la sua paternità fosse provata, sarebbe una scoperta eccezionale poiché sarebbe anche un ottimo esempio dell’opposizione e la lotta di Picasso contro la dittatura nazista. Quest’opera mostra un’immagine caricaturale del dittatore nazista, poiché include alcuni elementi non tollerati dal Führer e dal suo regime, come il trucco facciale, il rossetto e una pipa. Sulle labbra si legge la parola ‘Schweigen‘ (‘Zitto’, in tedesco), che potrebbe significare la volontà di mantenere segreta l’opera per evitare che l’autore sia perseguitato dai nazisti, oppure la persecuzione e la censura caratteristica del regime.
Intitolata ‘L’occhio del serpente’ per il serpente a sonagli che segna il contorno del volto del personaggio, quest’opera sarebbe stata dipinta tra il 1935 e il 1937, e si ritiene che Picasso la regalò a Klee, che a quel tempo era uno degli artisti più perseguitati dal regime tedesco. Sebbene il dipinto non sia firmato, dopo aver analizzato le caratteristiche della parola in tedesco, l’esperto calligrafo Stefano Fortunati ha stabilito che la lettera iniziale ‘S’ coincide con lo stile di scrittura di Picasso. Inoltre, Di Maria ha fatto notare che l’analisi del dipinto ha determinato che vi sono elementi chimici tipicamente usati nelle opere di Picasso in quel tempo. “L’opera merita di essere conosciuta, studiata di nuovo e vista da altri esperti per apprezzarne l’importanza“, ha concluso l’esperto. Attualmente “L’occhio del serpente” appartiene a una collezione privata di una famiglia italiana.