La siccità sta causando svariati danni, tra questi lo scioglimento di alcuni ghiacciai; a far parlare è quello di Cervinia dove a 3.090 metri di quota il disgelo del ghiacciaio del Ventina ha riportato alla luce un ordigno bellico nei giorni scorsi. La presenza del proiettile è stata notata da un cittadino che ha immediatamente allertato carabinieri e artificieri i quali, giunti sul posto, hanno transennato la zona che comunque è lontana dalle abitazioni.
Si tratterebbe pare di un proiettile d’artiglieria risalente alla seconda guerra mondiale della misura di 30 centimetri di lunghezza e cinque di diametro. Non è stato comunque l’unico reperto storico a venire alla luce in questi giorni. Prima di Cervinia è toccato infatti alla Svizzera. Il 26 luglio la fusione del ghiacciaio Stockji a 3.092 metri ha restituito i resti di un alpinista, trovati da due francesi che attraversavano un percorso e che hanno dichiarato a Le Matin:
“Abbiamo tolto i ramponi per scendere sulla morena ed è lì che,su una lingua glaciale sono apparsi diversi effetti personali. Da vicino, ho scoperto uno scheletro in qualche modo mummificato, danneggiato, ma completo. C’era uno zaino blu e rosso, una delle braccia era ancora in una cinghia. Un pile fucsia e una rudimentale piccozza, spezzata in tre. Indossava scarponi in cuoio e dei ramponi con cinghie in pelle, materiale più vecchio del resto. Era in jeans, quindi non proprio attrezzata per la montagna. Lei o lui doveva essere solo. È difficile dire per quanto tempo quel corpo fosse lì. Direi tra i 30 ei 40 anni, forse di più: anni ottanta visti i colori fluo”.
Il 4 agosto invece è stata la volta del ghiacciaio dell’Aletsch, sempre nel canton Vallese, che ha restituito alcuni pezzi di un Piper Cherokee, un aereo da turismo precipitato nel giugno del 1968.