Qualche giorno fa durante degli scavi preliminari per la realizzazione della nuova ala di radioterapia dell’Ospedale Ascalesi,nel quartiere di Forcella a Napoli, sono stati rinvenuti degli scheletri umani, di cui uno sembrerebbe appartenere ad un bambino. Le ossa sono state trasportate al Policlinico Federico II per essere sottoposte ai dovuti accertamenti, e potrebbero risalire all’epoca romana tardo-imperiale, probabilmente a un periodo compreso tra il quinto e il sesto secolo dopo Cristo.
Questo perché in quell’epoca l’area su cui oggi sorge Forcella aveva destinazione funeraria trovandosi immediatamente al di fuori dalla cinta urbana dell’antica Neapolis. L’Ospedale Ascalesi poi è stato edificato sul luogo in cui sorgeva un antico monastero, parte di un complesso più ampio che includeva anche la bellissima Chiesa di Santa Maria Egiziaca all’Olmo, per cui il dubbio iniziale è stato che le ossa facessero parte del complesso. Ma le sepolture appaiono più antiche rispetto alla costruzione del convento; l’ospedale Ascalesi infatti è stato realizzato nel 600, il complesso di Santa Maria Egiziaca nel 300.
La dottoressa Giuliana Boenzi, funzionaria archeologa alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio ha dichiarato a Repubblica circa il ritrovamento: “È certamente importante, perché restituisce ulteriori tasselli alla comprensione dei luoghi, soprattutto all’Ascalesi dove fino ad ora non erano mai state eseguite indagini archeologiche con l’ausilio di tecnologie moderne. Al di là delle tombe, sarà interessante anche l’analisi dei materiali dei livelli superiori, perché ci raccontano delle fasi più antiche del convento di cui, ancora oggi, non sappiamo molto”.
Attendiamo dunque nuovi aggiornamenti sui ritrovamenti che potranno dare maggiori informazioni e delucidazioni.