L’oggetto, realizzato con materiali progettati per resistere a temperature estreme, mostrava evidenti segni di ustioni provocate durante il rientro nell’atmosfera.
Brad Tucker, astrofisico dell’Australian National University, ha pubblicato un video sul suo canale YouTube il 30 luglio che documenta la scoperta di alcuni detriti spaziali nelle Snowy Mountains (Nuovo Galles del Sud, Australia). Giovedì scorso Tucker ha ricevuto una telefonata da due allevatori di pecore nella piccola cittadina montuosa di Dalgety, che lo informavano del ritrovamento di uno strano oggetto carbonizzato nella loro fattoria. Poche settimane prima, un razzo di SpaceX varato nel novembre 2020 era rientrato nell’atmosfera terrestre. Tucker calcolò che i resti del velivolo potevano essere caduti in quella regione e decise di andare ad indagare di persona sull’oggetto, lungo circa tre metri e parzialmente sepolto nel terreno.
“Sembra un albero bruciato“, ha dichiarato Tucker in un’intervista a The Guardian. “È quasi come un obelisco alieno.” Tucker afferma che l’oggetto era realizzato con materiali progettati per resistere a temperature estreme, sebbene mostrasse chiari segni di bruciatura durante il rientro nell’atmosfera. Secondo l’astrofisico, potrebbero trattarsi dei resti del guscio depressurizzato della capsula, una struttura necessaria per il lancio della navicella, ma che si stacca dal razzo prima del rientro. Anche l’Agenzia spaziale australiana (ASA) è stata informata del ritrovamento e sta conducendo un’indagine. “L’agenzia sta lavorando attivamente per supportare l’identificazione formale degli oggetti e sta collaborando con le nostre controparti negli Stati Uniti e con le autorità locali“, ha affermato un portavoce dell’ASA.