La galassia ha già la massa di un miliardo di stelle, un elemento che confonde gli astronomi poiché è nata solo 300 milioni di anni dopo il Big Bang.
Si chiama GLASS-z13 ed è il corpo più antico che l’essere umano abbia mai visto nel cosmo. A rivelarlo è un articolo, non ancora sottoposto a peer review su ‘ArXiv‘, realizzato da un team internazionale di 25 astronomi guidato da Rohan Naidu dell’Harvard Center for Astrophysics. Il team di esperti si è messo alla ricerca degli oggetti più antichi all’interno dei dati dell’ammasso Abell 2744, uno sciame di galassie catturato dal telescopio Webb. Qui gli esperti hanno trovato le tracce di due potenziali candidati: GLASS-z11 e GLASS-z13, dal nome del team (“Grism Lens Amplified Survey From Space”, o GLASS) e i “redshift” degli oggetti, in particolare 11 e 13. Il redshift è una misura della quantità di luce emessa da una galassia è stata allungata dall’espansione dell’universo; più alto è il redshift, più lontana (e più indietro nel tempo) sarà la sorgente. Spostamenti verso il rosso di 11 e 13 significano che vediamo queste due galassie come erano oltre 13,4 miliardi di anni fa, rispettivamente solo 400 e 300 milioni di anni dopo il Big Bang. In precedenza il record era detenuto dalla galassia GN-Z11, situata in direzione della costellazione dell’Orsa Maggiore e scoperta da Hubble nel 2016. In altre parole, avrebbe la “stessa età” di GLASS-z11, ma 100 milioni anni più di GLASS-z13. “Stiamo potenzialmente vedendo la luce stellare più lontana che chiunque abbia mai visto“, spiega Naidu all’AFP. Gli osservatori rappresentano una sorta d ”macchina del tempo”: più gli oggetti sono lontani dal nostro telescopio, più tempo impiegherà la loro luce a raggiungerci. Ecco perché vedere l’universo più remoto significa anche viaggiare indietro nel tempo: la maggior parte delle stelle il cui riflesso ci raggiunge non esiste più; e, nel caso delle galassie si sono evolute fino a scomparire o a diventare, attraverso fusioni e collisioni, altri elementi totalmente diversi da quello che vediamo. Vale a dire, ciò che vediamo in questa immagine; potrebbero essere diventate enormi galassie a spirale. Ma avendo la sua “immagine” vecchia di 13,5 miliardi di anni, che offrirà molti indizi su com’era l’Universo all’inizio e su come si sono formati questi vivai stellari nell’universo primordiale.
Sebbene la scoperta non sia stata ancora rivista e pubblicata su una rivista scientifica, ha già suscitato la curiosità degli scienziati. Tanto che, secondo Naidu, un altro team di ricercatori guidato dall’astronomo Marco Castellano che ha lavorato con le stesse informazioni ottenute dal NIRcam è giunto alla stessa conclusione. “Molti dei record preliminari che sono stati effettuati con i dati stanno già andando in pezzi e altri stanno vacillando“, ha twittato il capo scienziato della NASA Thomas Zurbuchen. “Applaudo solo una volta che la scienza ha fatto una chiara revisione tra pari. Ma tutti questi dati sembrano molto promettenti”. Il team di Naidu ha richiesto tempo con il telescopio per poter eseguire altri test, come la spettroscopia, che consentirà loro di vedere le proprietà dettagliate della sua luce e misurare con maggiore precisione la distanza che ci separa. Ma i dati preliminari mostrano proprietà inaspettate sorprendenti. Ad esempio, la galassia ha un diametro di circa 4.500 anni luce e una massa di circa 1.000 milioni di stelle, “qualcosa di molto sorprendente e che non capiamo“, afferma Naidu. Perché se fossero trascorsi solo 300 milioni di anni dal Big Bang, secondo la scienza attuale sarebbe impossibile che si siano formate così tante stelle. Tuttavia, sia GLASS-z11 che GLASS-z13 sono galassie abbastanza “modeste” rispetto alla nostra Via Lattea, che è larga circa 100.000 anni luce e contiene circa 200 miliardi di stelle. Un’altra scoperta sorprendente è che GLASS-z11, la “più recente” dei due candidati, mostra indizi che si tratti di una galassia allungata, con un disco a spirale in crescita. Anche l’attuale galassia più lontana confermata, GN-z11, sembra avere un disco. Mentre la maggior parte delle galassie ad alto spostamento verso il rosso scoperte tendono ad apparire piuttosto “grumose”, GLASS-z11 e GN-z11 mostrano che è probabile che la struttura galattica si sviluppi più rapidamente. È passata appena una settimana da quando sono stati rivelati i primi dati del telescopio, e gli scienziati hanno già rivelato l’immagine più dettagliata delle galassie risalenti a 13,5 miliardi di anni fa. Senza dubbio, un inizio molto promettente per i prossimi due decenni in cui vedremo l’Universo attraverso gli occhi del Webb.