Pochi giorni fa, il 7 luglio, il campo magnetico terrestre ha subito una crepa che ha lasciato passare, per ben 14 ore, un flusso di particelle energetiche del vento solare che per fortuna, a parte delle bellissime aurore boreali visibili anche dal Canada e dagli Stati Uniti settentrionali, non ha avuto conseguenze con la sua tempesta geomagnetica.
Le tempeste geomagnetiche scatenate dal vento solare infatti potrebbero causare problemi ai satelliti e quindi rendere impossibile la navigazione GPS, oltre che alle comunicazioni radio e ai sistemi di alimentazione. Ad esempio la tempesta geomagnetica del 1859 è stata la più potente mai registrata finora, ed è chiamata di Carrington dal nome dell’astronomo che la osservò casualmente.
Il primo settembre Richard Carrington mentre stava osservando il Sole con il suo telescopio vide delle macchie solari e ad un certo punto un forte lampo di luce lo accecò. Le conseguenze si videro il giorno successivo quando da Roma fino alla latitudine di Cuba fu visibile un’incredibile aurora boreale rosso sangue, i cavi in rame delle linee telegrafiche fusero appiccando anche numerosi incendi con le scintille che schizzarono dalle apparecchiature.
Come detto oggi i danni sarebbero maggiori, come sottolinea David Wallace, docente di Ingegneria Elettrica presso l’Università Statale del Mississippi in un articolo su The Conversation: “Oggi, una tempesta geomagnetica della stessa intensità dell’evento Carrington colpirebbe molto di più dei cavi telegrafici e potrebbe essere catastrofica. Con la dipendenza sempre crescente dall’elettricità e dalla tecnologia emergente, qualsiasi interruzione potrebbe portare a migliaia di miliardi di dollari di perdite monetarie e rischi per la vita dipendenti dai sistemi. La tempesta interesserebbe la maggior parte dei sistemi elettrici che le persone utilizzano ogni giorno.”