Il fossile di 1,4 milioni di anni fa è stato ritrovato solo pochi giorni fa. Può aiutare a spiegare l’origine del volto umano moderno.
Solo pochi giorni fa, il 30 giugno, un team di archeologi che opera agli scavi della Sima del Elefante, nel sito dei monti Atapuerca di Burgos, ha realizzato una scoperta eccezionale. Avvolto nell’argilla del livello ”TE7”, l’ultimo raggiunto, è apparso parte del volto di quello che è fino ad oggi l‘essere umano più antico d’Europa, risalente a circa 1,4 milioni di anni. “Non ci aspettavamo di trovare qualcosa di così straordinario. È stata una grande sorpresa”, riconosce il paleoantropologo José María Bermúdez de Castro, condirettore del sito. La scoperta può aiutare a spiegare l’origine del volto moderno e far luce su come il genere Homo conquistò il vecchio continente. L’emozione, per gli esperti, è stata massima nel recuperare i frammenti che compongono la parte sinistra di un viso: una mascella, il bordo del naso, l’osso malare (che forma la guancia e parte dell’orbita) e gli alveoli dei denti. Il fossile è stato presentato ieri a Burgos dai tre co-direttori del sito – Juan Luis Arsuaga, Eudald Carbonell e Bermúdez de Castro – e dalla ricercatrice e coordinatrice della Sima del Elefante, Rosa Huguet. “Siamo di fronte a un ritrovamento storico senza dubbio. Non solo è il fossile umano più antico d’Europa, ma ha anche una regione del viso che di solito è molto mal conservata perché fragile“, afferma Arsuaga. Per ora, questo fossile offre più domande che risposte. In questi giorni si stanno già prelevando campioni geologici per stimarne con precisione l’età con moderne tecniche di datazione, compresi i nuclidi cosmogenici, prodotti delle reazioni nucleari tra i raggi cosmici e gli elementi dell’atmosfera e della litosfera terrestre.
I campioni saranno processati presso il Centro Nazionale per la Ricerca sull’Evoluzione Umana (Cenieh) a Burgos. Inoltre, insieme al fossile, sono stati portati alla luce diversi campioni di industria litica molto arcaica e segni di taglio su una costola che ne mostrano chiaramente la manipolazione con uno strumento di pietra. Questi pezzi saranno studiati presso l’Istituto di Paleoecologia Umana ed Evoluzione Sociale (IPHES) a Tarragona. A chi appartenesse questo volto è qualcosa che, al momento, non è noto. “Potrebbe provenire dallo stesso gruppo della mandibola del 2007, assegnata a Homo sp. —specie indeterminata per mancanza di dati conclusivi—, ma non è chiaro. Ciò richiederà almeno un anno di studio“, afferma Bermúdez de Castro. Il fossile sarà confrontato con altri provenienti da diverse parti del mondo per cercare di chiarire questo punto. Arsuaga ritiene che, per cronologia, si tratti di Homo erectus o dell’Homo antecessor. Ora il prosieguo degli scavi potrà consentire agli esperti di scoprire nuovi dettagli di questo antico ominide.