La siccità che ci sta affliggendo da ormai diverso tempo ha riservato anche una bella sorpresa: in una secca del fiume Oglio, tra la sponda mantovana e quella cremonese sono emersi i resti di una palafitta risalente apparentemente al 1800-1600 a.C.
Dopo la scoperta si sono occupati degli scavi gli esperti del gruppo Klousios, Centro studi e ricerche del Basso Chiese, che hanno poi coinvolto gli archeologi della Soprintendenza. Questi hanno rinvenuto in un’area di circa 600 metri quadri non solo una notevole quantità di cocci di ceramica che sono rimasti sepolti per secoli e che la corrente fortunatamente non aveva trasportato via, ma anche un altro interessantissimo oggetto.
Il sito nascondeva anche una piroga, piccola imbarcazione a remi simile ad una canoa, di circa 5,8 metri; la lunghezza non è al momento certa dato che in parte essa è ancora interrata. Scavi e analisi andranno avanti per molte settimane, alla fine delle quali ne sapremo di più. Questo fiume non è nuovo a simili avvenimenti; già nel 2015 un’altra piroga medievale, ritrovata a Quinzano, nel veronese, è stata affidata al Museo archeologico Platina, a Piadena, in provincia di Cremona.
Stessa sorte per la piroga rinvenuta nel 2017 a Piadena, e anche quella appena rinvenuta sarà esposta in Museo. Infine ricordiamo che a circa 3 km da Canneto sull’Oglio, luogo del recente rinvenimento, c’è l’affascinante sito di Lagazzi, che consente le visite in primavera ed estate attraverso un percorso attrezzato per poter ammirare i resti di un vero e proprio villaggio, scoperto alla fine del XIX secolo.
L’area, che nel 2011 è stata iscritta nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, contiene i resti di palafitte che si estendono per circa tre ettari e sono composte da capanne rettangolari poste a circa 6 metri di distanza l’una dall’altra. Tutti gli altri numerosi oggetti rinvenuti sono esposti nel Museo Archeologico di Piadena.