Una nuova tecnica di imaging ha ora rivelato chiaramente la fonte del problema respiratorio.
I ricercatori, guidati dal fisico della Western University Alexander Matheson, hanno incaricato 40 volontari – 34 con sindrome COVID-19 post-acuta e 6 senza – di inalare un isotopo di gas xeno polarizzato. Il gas risuona a una frequenza di firma durante la risonanza magnetica, consentendo ai ricercatori di osservare l’attività di minuscole vie aeree e vasi sanguigni in tempo reale. Poiché i sintomi influenzali sono i segni più evidenti e comuni di COVID-19, viene spesso liquidato come un’altra malattia respiratoria, ma COVID-19 è in realtà anche una malattia vascolare il che significa che può interferire con il sistema circolatorio. Le particelle virali colpiscono le cellule endoteliali, che rivestono le pareti dei nostri vasi sanguigni e del cuore. Il danno vascolare si riflette nelle scansioni MRI; Le scansioni TC confermano anche le anomalie nei vasi sanguigni più fini nei nostri polmoni. Inoltre, un altro studio in precedenza ha già dimostrato uno spostamento nella distribuzione del sangue da vasi sanguigni più piccoli a più grandi all’interno dei polmoni dei pazienti COVID ospedalizzati.
Matheson e i suoi colleghi sollecitano ulteriori indagini. E qualunque sia il meccanismo alla base, è chiaro che prendere il virus può davvero rovinare il sistema circolatorio. Nonostante l’allentamento delle restrizioni in molte parti del mondo, la pandemia globale rimane in corso e ogni infezione da SARS-CoV-2 rischia danni vascolari dai problemi di coagulazione alle malattie cardiache.