Gli abitanti sono affetti da una particolare condizione genetica che li rende daltonici.
L’atollo di Pingelap, un’isola micronesiana nel Pacifico meridionale è chiamata anche l’isola dei daltonici. Questo è il soprannome che Oliver Sacks assegnò all’isola nel suo libro del 1996. Pingelap ha suscitato l’interesse di Sacks e di molti altri scienziati a causa della sua strana circostanza genetica. L’atollo è soggetto a fattori climatici sfavorevoli, come il tifone del 1775, che uccise il 90% degli abitanti; questo, probabilmente, ha causato un aumento dell’incidenza dell’acromatopsia una malattia genetica che non permette agli abitanti di visualizzare i colori. Questa condizione è conosciuta sull’isola come maskun, che significa letteralmente “non vedere” in Pingelapese. L’acromatopsia è causata dalla mancanza di fotorecettori a cono nella retina dell’occhio necessari per la percezione dei colori. Dopo il tifone, solo 20 persone sopravvissero e uno di questi era Doahkaesa Mwanenihsed (il sovrano in quel momento), è ritenuto un portatore della condizione genetica sottostante, ma il disturbo dell’acromatopsia non è apparso fino alla quarta generazione dopo il tifone, quando il 2,7% dei Pingelapesi erano stati colpiti.
Con la sesta generazione, l’incidenza è salita a circa il 4,9%, a causa dell’effetto fondatore e della consanguineità con tutti gli acromati sull’isola che oggi tracciano la loro ascendenza a Doahkaesa Mwanenihsed. Ancora oggi l’atollo è di particolare interesse per i genetisti. Oggi si ritiene che circa il 10% della popolazione dell’isola abbia ancora il gene per la condizione, noto come acromatopsia completa, un tasso significativamente più alto di quello su 30.000 in altre parti del mondo.