I cosiddetti “starquakes” sono stati rilevati in migliaia di stelle dalla missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea.
Gli scienziati hanno scoperto che le stelle sperimentano terremoti come quelli che abbiamo sulla Terra così potenti da modificarne la forma. Questi “starquakes” – noti come oscillazioni non radiali – sono stati rilevati in migliaia di stelle dalla missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea, guidata da scienziati dell’ Università di Cambridge. L’inaspettata scoperta è stata rivelata con i nuovi dati dell’osservatorio, che includono nuovi dettagli migliorati per quasi due miliardi di stelle nella Via Lattea aiuta a identificare gli angoli più abitabili della nostra galassia. La mappa fornisce il più grande catalogo di informazioni sulle stelle nella Via Lattea, comprese le loro composizioni chimiche, le temperature stellari, i colori, le masse, le età e la velocità con cui le stelle si muovono verso o lontano da noi (velocità radiale). Una delle scoperte più sorprendenti emerse dai nuovi dati è stata che Gaia è stata in grado di rilevare i terremoti stellari – piccoli moti sulla superficie di una stella – capaci di alterare le forme delle stelle stesse.
In precedenza, Gaia aveva scoperto oscillazioni radiali che fanno sì che le stelle si gonfino e si restringano periodicamente, pur mantenendo la loro forma sferica. Ma Gaia ha ora individuato anche altre vibrazioni che gli astronomi hanno descritto come “più simili a tsunami su larga scala”. Queste oscillazioni non radiali cambiano la forma globale di una stella e sono quindi più difficili da rilevare. “Gli Starquakes ci insegnano molto sulle stelle, in particolare sul loro funzionamento interno. Gaia sta aprendo una miniera d’oro per “l’asterosismologia” delle stelle massicce” afferma Conny Aerts di KU Leuven. “Con questo incredibile database possiamo costruire un quadro completo della Via Lattea e approfondire la sua incredibile storia di formazione, vedendo prove dirette sia di violente interazioni passate con altre galassie, sia di attacchi interni di intensa formazione stellare lungo i suoi bracci a spirale. Questo nuovo rilascio di dati crea una banca dettagliata di informazioni, essenzialmente funziona come una mappa del DNA che ci consente di comprendere la popolazione stellare della nostra galassia e tracciare il suo passato, presente e futuro.” ha affermato Alejandra Recio-Blanco dell’Observatoire de la Côte d’Azur in Francia, che è membro della missione Gaia.