L’ombelico del dinosauro è stato trovato con una tecnologia di imaging innovativa.
I paleontologi hanno scoperto il più antico ombelico conosciuto. Appartiene a uno Psittacosaurus, un membro dei dinosauri cornuti Ceratopsia, in un fossile scoperto in Cina. L’ombelico non proviene da un cordone ombelicale, come con i mammiferi, ma dal sacco vitellino della creatura che deponeva le uova. I serpenti e gli uccelli perdono la cicatrice dell’ombelico entro pochi giorni o settimane dalla schiusa. Ma altri organismi mantengono la “cicatrice ombelicale” per il resto della loro vita. Mentre all’interno dell’uovo, l’addome dell’embrione è collegato al sacco vitellino, che fornisce all’embrione una fonte di cibo per la crescita e lo sviluppo. La cicatrice appare quando l’embrione si stacca dal sacco vitellino e da altre membrane, prima o mentre si schiude dal suo uovo. La cicatrice, nota come cicatrice ombelicale, è un ombelico non mammifero, riferisce Jeanne Timmons. La cicatrice ombelicale di Psittacosaurus è simile a quella di un alligatore adulto ed è il primo esempio di uno in un dinosauro non aviario che precede il periodo Cenozoico, 66 milioni di anni fa. Psittacosaurus era un dinosauro bipede vissuto durante l’inizio del periodo Cretaceo. Il fossile del dinosauro cornuto risale da 100 milioni a 22 milioni di anni fa. Psittacosaurus era degno di nota per il suo cranio alto e stretto con un becco simile a un pappagallo.
I ricercatori hanno ripreso l’ombelico sfuggente con un laser chiamato stimulated Fluorescence (LSF), una tecnica di imaging. Il metodo di imaging modificato aumenta l’intensità del laser nelle tecniche precedentemente utilizzate senza danneggiare i campioni, consentendo di vedere dettagli fini nei fossili che altrimenti rimarrebbero invisibili. L’esemplare di Psittacosaurus con l’ombelico è stato portato alla luce in Cina, trovato disteso sul dorso. Utilizzando LSF, il team ha potuto analizzare ogni scala, ruga e modello inciso sul fossile conservato. “LSF mette in evidenza i dettagli in modo spettacolare”, dice a Gizmodo Phil Bell, un paleontologo dei dinosauri coinvolto nello studio. “Sembra davvero che l’animale possa alzarsi e andarsene. Puoi vedere ogni piccola ruga e protuberanza nella pelle. Sembra così fresco. Immaginare questi animali come entità viventi e respiranti, piuttosto che semplici scheletri morti, è ciò che mi affascina”.