Una giovane donna ha ricevuto un impianto auricolare stampato in 3D realizzato con le sue stesse cellule.
La ventenne, conosciuta solo come Alexa, è nata con un raro difetto alla nascita che rende la parte esterna dell’orecchio piccola e deforme. I medici sperano che il trapianto possa “rivoluzionare” la medicina creando un trattamento per le persone con microtia. Anche la rara condizione congenita, in cui una o entrambe le orecchie esterne sono formate in modo incompleto, può influenzare l’udito. Il dottor Arturo Bonilla, un chirurgo ricostruttivo dell’orecchio pediatrico al San Antonio, ha eseguito l’intervento rimuovendo mezzo grammo di cartilagine dal residuo di microtia dell’orecchio di Alexa e quindi inviandolo a 3DBio Therapeutics a Long Island City, nel Queens, insieme a una scansione 3D della sua orecchio sano. Una volta lì, i condrociti della donna – cellule responsabili della formazione della cartilagine – sono stati isolati dal campione di tessuto e coltivati con sostanze nutritive per trasformarli in miliardi di cellule.
Queste cellule sono mescolate con bio-inchiostro a base di collagene, che viene modellato in un orecchio esterno dopo essere stato inserito in una bio-stampante 3D specializzata con una siringa. L’impianto è circondato da un guscio stampato e biodegradabile, per fornire un supporto precoce, ma che viene assorbito nel corpo del paziente nel tempo. Dopo un po’ si suppone che l’orecchio impiantato maturi, sviluppando l’aspetto e la sensazione naturali, inclusa l’elasticità, di un orecchio normale, ed essere una replica speculare dell’orecchio sano del paziente. L’intero processo di stampa ha richiesto meno di 10 minuti. “È così eccitante, a volte devo temperarmi un po‘”, ha detto dott. Bonilla. Lui e il suo team hanno affermato che l’intervento chirurgico è stato eseguito come parte di uno studio clinico in fase iniziale per valutare la sicurezza e l’efficacia dell’impianto.