Nei topi l’interleuchina-12 o IL-12 ha distrutto le cellule tumorali nel 90% dei casi.
Molte cure contro il tumore hanno effetto devastanti sul corpo, per gli attacchi ”indiscriminati” che le medicine effettuano sulle cellule sane come su quelle tumorali. Ma cosa succederebbe se questi farmaci riuscissero ad attaccare esclusivamente le cellule tumorali senza attaccare il resto dell’organismo? Le citochine sono proteine in grado di modulare la risposta del sistema immunitario alle minacce. Una strada che può percorrere è di attivare i linfociti T killer, una tipologia di globuli bianchi che possono attaccare solo le cellule tumorali. Visto che le citochine possono addestrare il sistema immunitario ad eliminare le cellule tumorali, questo effetto è promettente come trattamento contro il tumore. Una di queste citochine è l’interleuchina-12 o IL-12. Nonostante sia stato scoperto più di 30 anni fa, IL-12 non è rappresenta ancora una terapia approvata dalla FDA per i malati di cancro a causa dei suoi notevoli effetti collaterali, come i danni al fegato. Ciò è in parte dovuto al fatto che IL-12 è in grado di ”istruire” le cellule immunitarie a produrre una notevole quantità di molecole infiammatorie che possono distruggere il corpo. Da allora gli scienziati hanno lavorato per riprogettare IL-12 in modo che fosse più tollerabile pur mantenendo i suoi forti effetti antitumorali. Poiché le cellule tumorali si sviluppano molto velocemente, producono gli enzimi che aiutano ad invadere il tessuto sano vicino e a metastatizzare in altre aree dell’organismo. Le cellule sane crescono molto più lentamente e producono una quantità inferiore di enzimi.
Gli esperti hanno “mascherato” L-12 con un cappuccio che copre la parte della molecola che di solito si lega alle cellule immunitarie per attivarle. Il cappuccio viene rimosso solo quando viene a contatto con gli enzimi che si trovano vicino ai tumori in modo che IL-12 si riattiva e sprona le cellule T killer vicine ad attaccare il cancro. Applicando le molecole di IL-12 ”mascherate” sia al tessuto sano che a quello tumorale donato dai pazienti affetti da melanoma e cancro al seno, i risultati hanno confermato che solo nei campioni di tumore l’enzima era in grado di rimuovere la protezione. Il risultato ha indicato che l’IL-12 mascherata potrebbe in effetti guidare la risposta immunitaria contro i tumori senza produrre danni agli organi sani. Esaminando la sicurezza dell’IL-12 mascherata attraverso i biomarcatori di danno epatico nei topi, gli studiosi hanno scoperto che gli effetti collaterali immuno-correlatierano erano praticamente assenti, indicando una maggiore sicurezza. Nei modelli di tumore al seno, la IL-12 mascherata ha portato a un tasso di guarigione del 90%, mentre il trattamento con un’immunoterapia utilizzata di solito, l’inibitore del checkpoint, ha portato ad una percentuale di guarigione del 10%. In un modello di cancro al colon, IL-12 mascherato ha rivelato un tasso di guarigione del 100%. Ora il prossimo passo è testare l’IL-12 nei pazienti affetti da tumori.
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