La NASA pubblica l’immagine più nitida di sempre della Grande Nube di Magellano

Spicca la foto di parte della Grande Nube di Magellano, scattata dal James Webb Telescope, rispetto all’immagine catturata da Spitzer, che era in orbita fino a gennaio 2020.

La NASA ha pubblicato lunedì un’immagine di una galassia vicina alla Via Lattea con uno scatto che ha stupito per la sua nitidezza, mai raggiunta prima dall’occhio umano. Scattata dal James Webb Telescope, la foto riprende una porzione della galassia della Grande Nube di Magellano che spicca rispetto all’immagine sfocata catturata da Spitzer, che è stato in orbita fino a gennaio 2020 rappresentando il primo telescopio a “fornire immagini ad alta risoluzione dell’universo nel vicino e nel medio infrarosso“. “Webb, con il suo specchio primario significativamente più grande e con rivelatori migliorati, ci consentirà di vedere il cielo a infrarossi in modo più chiaro, consentendoci di realizzare nuove scoperte“, si legge nella dichiarazione rilasciata dall’agenzia spaziale statunitense.


L’immagine del telescopio Webb mostra il gas interstellare con dettagli senza precedenti ed in particolare “l’emissione di ‘idrocarburi policiclici aromatici, o molecole di carbonio e idrogeno che svolgono un ruolo importante nell’equilibrio termico e nella chimica del gas interstellare“, come spiegato dalla NASA. L’agenzia ha anche sottolineato che “quando Webb sarà pronto per iniziare le osservazioni scientifiche, studi come questo aiuteranno a fornire agli astronomi nuove intuizioni sulla nascita delle stelle e dei sistemi protoplanetari“. Parallelamente, il team di Webb ha avviato il processo di configurazione e test degli strumenti del telescopio per iniziare le osservazioni scientifiche programmate questa estate. Il James Webb Space Telescope è stato lanciato il 25 dicembre da un razzo Ariane 5. Il dispositivo, considerato il più potente e costoso della storia, permetterà agli astronomi di vedere lo spazio con nuovi “occhi” e di accedere ad angoli dell’universo finora inaccessibili. Risulta, inoltre, cento volte più potente del suo predecessore, Hubble, che a breve compirà 32 anni in orbita.