Inquinamento: la plastica ha raggiunto anche la regione artica, reputata incontaminata

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Fonte: Twitter/@greenMe_it

Incantati dalla magia del suono delle onde del mare e rilassati dalla routine marittima che la spiaggia ci invita a svolgere, in vacanza, non prestiamo la dovuta attenzione alla quantità di rifiuti che abbonda attorno a noi. Se, per un attimo, apriamo meglio i nostri occhi ecco che, ovunque, emergono mozziconi di sigarette e lattine di bibite gassate, ma anche e soprattutto bottigliette, sacchetti e involucri di plastica. La nocività della plastica per l’ambiente non è certo una novità: i lunghissimi tempi di smaltimento sono noti, così come i danni che arreca agli organismi acquatici che ne entrano in contatto. Eppure, c’è una nuova e inquietante notizia.

La plastica ha raggiunto anche l’Artico: trasportata da aria e fiumi, ma anche da navi, la plastica è arrivata nella regione artica. La drammatica scoperta è stata rilevata da uno studio internazionale condotto dall’Istituto Alfred Wegener Helmholtz Center for Polar and Marine Research (AWI). I ricercatori hanno individuato elevate concentrazioni di microplastica non solo nel mare o sul fondo dell’oceano, ma anche nei ghiacciai e nella neve. La situazione è, dunque, molto seria e non è destinata a migliorare negli anni. Se oggi si stima che la plastica che finisce in fiumi e mari sia tra i 19 e i 23 milioni, la quantità sarà in aumento nei prossimi anni, considerato che la produzione di plastica raddoppierà entro il 2045.

A preoccupare particolarmente sono le microplastiche o nanoplastiche, particelle che si formano dopo un lungo periodo di ammollo della plastica nell’acqua. Tali corpuscoli sono talmente piccoli da essere trasportati anche dal vento, ed hanno un impatto molto forte sull’equilibrio biologico. Infatti, gli animali che ingeriscono le microplastiche subiscono un rallentamento della crescita, accusano stress fisiologici e infiammazioni ai tessuti. Ne rimane influenzata anche la riproduzione.

Oltre alle microplastiche, anche la plastica più voluminosa arreca seri danni. Non è raro che animali di dimensioni importanti, come orsi polari o foche, restino impigliati nella plastica e, non riuscendo a liberarsi, muoiano. Dunque, oltre ai cambiamenti climatici, l’Artico e tutte le regioni settentrionali sono minacciate anche dalla plastica. Un allarme che non può passare inosservato e che, pure noi nel nostro piccolo, dobbiamo recepire, iniziando ad esempio a prestare attenzione alla quantità di plastica presente nei prodotti che acquistiamo.