La decisione potrebbe esacerbare i problemi di approvvigionamento, dato che l’energia nucleare rappresenta oltre i due terzi della produzione di elettricità nel paese.
La Francia, uno dei principali esportatori di elettricità in Europa, ha spento 28 dei suoi 56 reattori nucleari a causa di difetti o per interventi di manutenzione ordinaria, costringendo il fornitore di energia Electricité de France (EDF) ad acquistare energia dalla rete europea, nel bel mezzo di una fase di aumento della domanda, spinta dalla carenza di gas naturale. Secondo i media francesi, in alcuni punti sono stati rilevati problemi di corrosione, che hanno spinto gli esperti a chiudere i circuiti per avviare nuovi processi di riparazioni. Questi lavori, insieme alle interruzioni già programmate per il rifornimento e la manutenzione regolare, hanno fatto precipitare la produzione nucleare francese al livello più basso da oltre 10 anni.
La Francia spegne la metà dei reattori nucleari: produzione energetica ai minimi da 10 anni
Il reattore Golfech-2 da 1.300 megawatt, situato nel sud del Paese e gestito dall’EDF, è stato chiuso venerdì per manutenzione. Le chiusure potrebbero esacerbare i problemi di approvvigionamento dell’Europa, poiché l’energia nucleare rappresenta oltre i due terzi della produzione di elettricità in Francia. I prezzi giornalieri dell’elettricità nel paese quest’anno sono stati in media quasi il 30% più alti rispetto alla Germania, che fa più affidamento su gas e carbone per far funzionare i suoi impianti. Le interruzioni influiscono anche sui flussi di energia nella regione, poiché le importazioni francesi di elettricità sono state quasi uguali alle esportazioni nel primo trimestre, rispetto alle esportazioni nette di circa otto terawattora verso Regno Unito, Italia, Germania e Svizzera nello stesso periodo del 2021, secondo i dati dell’istituto di ricerca Fraunhofer ISE.
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