Domenica 24 aprile il vulcano Anak Kratatoa, nello stretto di Sonda, in Indonesia, ha eruttato facendo alzare drasticamente il livello di allerta per la zona, passata a 3 su un massimo di 4. A preoccupare, oltre all’altissima colonna di ceneri arrivata addirittura a 3 kilometri, la possibilità di una nuova devastante eruzione come quella che colpì la zona di Giacarta nel 1883. Negli anni il vulcano Anak Kratatoa ha dato luogo a numerose eruzioni, sia di tipo esplosivo che effusivo, queste ultime sicuramente meno preoccupanti. L’ultima di queste eruzioni, datata 22 dicembre 2018, ha addirittura provocato un crollo del monte nella sua porzione sud-occidentale facendo drasticamente scendere l’altezza del vulcano che da 338 metri è arrivato a soli 150.
In questo momento il livello di allerta 3 dopo l’eruzione riguarda il raggio di circa 2 km dal cratere, abbassandosi progressivamente ad un livello 2 entro i 5 km e livello 1 entro 7 km dal punto di origine dell’eruzione. Il livello di allerta è particolarmente legato alla preoccupante colonna di fumo ed al relativo aumento di emissioni di SO2 arrivato a ben 9212 tonnellate il giorno prima dell’ultima eruzione. Un aumento di questi valori potrebbe infatti essere indice di nuovo magma all’interno del vulcano in attesa di fuoriuscire.
Si tratta di uno dei tanti possibili segnali precursori di una nuova eruzione, un elemento senza dubbio di cruciale importanza per ipotizzare ciò che di qui a breve potrebbe ancora accadere nella zona. Le ceneri dell’ultima eruzione dei giorni scorsi si stanno inoltre spostando con una velocità di circa 10 km/h verso nord e quindi in queste settimane le autorità locali hanno consigliato alla popolazione dei paesi limitrofi di indossare mascherine all’aperto per evitare di inalare ceneri vulcaniche. Nella speranza che una nuova eruzione ed il relativo rischio tsunami non facciano improvvisamente capolino.