L’esplorazione del delta rappresenta una priorità per l’esplorazione del pianeta rosso perché potrebbe nascondere resti conservati di antica vita microbica.
Il rover Perseverance della NASA ha raggiunto un antico delta di un fiume su Marte, che il team della missione ha soprannominato “Three Forks“. A riferirlo è l’agenzia spaziale statunitense. “Il delta del cratere Jezero potrebbe essere una fonte inesauribile di informazioni geologiche e una delle migliori posizioni su Marte per cercare segni di vita microscopica passata“, ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato della direzione della missione scientifica della NASA. “Le risposte sono là fuori e il team di Perseverance è pronto a trovarle“, ha aggiunto. La morfologia localizzata è una massiccia raccolta di rocce e sedimenti a forma di ventaglio che si è formata alla convergenza di un fiume marziano e di un lago vulcanico miliardi di anni fa. Secondo il team scientifico del rover, l’esplorazione del delta è una priorità, poiché il sedimento a grana fine depositato alla sua base rappresenta la soluzione migliore della missione per trovare resti preservati dell’antica vita microbica.
“Osserviamo il delta da lontano da oltre un anno mentre esploravamo il fondo del cratere“, ha affermato Ken Farley, membro del progetto Perseverance. “Al termine della nostra veloce traversata, possiamo finalmente avvicinarci ad essa, ottenendo immagini sempre più dettagliate che rivelano dove possiamo esplorare al meglio queste importanti rocce“. Uno degli obiettivi di questa spedizione, chiamata Delta Front Campaign e iniziata questo lunedì, è trovare il percorso migliore per la salita del rover attraverso l’incidente geografico, che si eleva a circa 40 metri sopra il livello del cratere. Durante questa parte del viaggio, il veicolo a sei ruote dovrebbe raccogliere circa otto campioni di roccia in circa sei mesi. La missione rover Perseverance della NASA (che include anche l’elicottero autonomo Ingenuity ) cerca di trovare segni di antica vita microbica, raccogliere e immagazzinare regoliti marziane, oltre a raccogliere dati sulla geologia e sul clima di Marte, aprendo la strada all’esplorazione umana.